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La truffa nella ricostruzione de L’Aquila: arrestato un imprenditore

Il titolare di un’impresa era riuscito ad accaparrarsi qualcosa come 160 lavori privati, per i quali aveva ricevuto soldi pubblici. Ma molte di quelle opere non sono mai state eseguite. Un danno alla collettività per oltre 700 mila euro.
A cura di Biagio Chiariello
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La truffa nella ricostruzione de L'Aquila: arrestato un imprenditore

Truffa aggravata ai danni dello Stato e falso nell’ambito dei lavori della ricostruzione del capoluogo abruzzese colpito dal terremoto. Sono le accuse a cui dovrà dare una spiegazione  C. C., noto imprenditore edile 52enne de L’Aquila, che stamattina è stato  arrestato dagli uomini della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Tributaria locale e posto ai domiciliari, in esecuzione di un'ordinanza emessa dal gip Giuseppe Romano Gargarella. All'uomo sono stati sequestrati denaro e altri beni per un totale di 700mila euro. Nel registro degli indagati sono stati iscritti i nomi di altre 43 persone, fra cui figurano diversi tecnici che avrebbero certificato «lavori mai eseguiti» o compiuti «in maniera diversa dal reale», un amministratore di condominio e alcuni proprietari di abitazioni.

L'indagine delle fiamme gialle aquilane, coordinata dal Procuratore della Repubblica del capoluogo, Alfredo Rossini e diretta dal Pubblico Ministero Antonietta Picardi – riferisce la Gdf – ha avuto luogo un anno e mezzo fa, grazie alle denunce pervenute da cittadini terremotati e ha fatto luce «su gravi e reiterate indebite percezione di fondi pubblici nell'opera di ricostruzione di numerosi condomini, ville e case, tutte nel capoluogo». In particolare, l'imprenditore arrestato, all'indomani del sisma era riuscito ad accaparrarsi un numero rilevantissimo di lavori privati di ricostruzione, qualcosa come oltre 160 cantieri che lo hanno fatto diventare  il «secondo nella classifica degli affidamenti solo ad un paio di note di società di capitali operanti nell'edilizia», spiega la GdF. Quest'ultima ha esaminato dettagliatamente 73 pratiche di ricostruzione affidate all'uomo, rilevando per 58 di esse irregolarità.

Quel che hanno scoperto i finanziari è una truffa in piena regola. Nello specifico:

la rendicontazione di ponteggi che, in realtà, non erano stati montati, attestazione di Stati di Avanzamento Lavori eseguiti laddove, invece, non erano ancora iniziati, false fatturazioni di prestazioni per l'esecuzione di opere edili e certificazioni di totale rifacimento di tetti, a fronte invece di limitati lavori di sistemazione. In alcuni casi, più clamorosi, è stata rilevata l'incongruenza tra i costi asseritamente sostenuti per la copertura dei pavimenti a protezione dai lavori edili e la rendicontazione degli oneri di demolizione e rifacimento delle stesse pavimentazioni. Ancora, in altri casi, è stata riscontrata sia la fatturazione del rifacimento dell'intonaco e della ripulitura dei muri che, in stridente contraddizione, la fatturazione della demolizione dei medesimi. Infine, almeno in un caso, allegata alla pratica di finanziamento, è risultata inserita la documentazione fotografica tesa a comprovare l'utilizzo di ponteggi, riferibile ad un edificio diverso rispetto a quello interessato».

Il danno alla collettività supera i 700 mila euro. A conclusione dell’operazione, le Fiamme Gialle hanno voluto lasciare un monito valido per tutti i cittadini, non solo quelli aquilani: occorre «prestare bene attenzione a ciò che si firma, chiedendo sempre conto e spiegazione ai tecnici, dei lavori resi dall’impresa, anche per non mettere a repentaglio l’opera di ricostruzione della propria abitazione».

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