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La truffa del caro-libri: cambia solo la copertina ma il prezzo raddoppia

Libri e dizionari di latino freschi di stampa ma del tutto simili a quelli degli anni precedenti. Con una differenza: il prezzo chiaramente è maggiore. Perché le nuove edizioni spesso celano una truffa ai danni delle famiglie degli studenti.
A cura di Susanna Picone
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Il caro-libri è un problema che si ripropone ormai da tempo ogni anno, quando le famiglie degli studenti si ritrovano a dover spendere una cifra considerevole per i testi adottati dai docenti dei loro figli a scuola. Quest’anno è stato registrato un rincaro dei libri scolastici che ha sfiorato il 5%, con le case editrici che hanno alzato il prezzo di copertina sulle nuove edizioni dei libri. Ma spesso, come racconta oggi Il Messaggero che guarda a quanto succede nei licei romani, questo aumento dei prezzi dei libri non è giustificato nei fatti. Nel senso che, spesso, le nuove edizioni non hanno niente di più rispetto alle vecchie. Le case editrici ristampano nuovi libri modificando la copertina e al massimo la suddivisione dei capitoli e dei paragrafi nei testi, ma il “succo” difatti resta lo stesso. Emblematico il caso dei dizionari di latino che, nelle nuove edizioni, presentano anche dei "neologismi" che lo studente non troverà mai da tradurre in una versione assegnata a scuola.

I prof che suggeriscono agli alunni di comprare i libri nuovi – E infatti sono pochi – racconta un venditore di libri usati a Roma – gli studenti dei licei classici e scientifici che acquistano dizionari nuovi perché a casa hanno quelli di fratelli e genitori. “E allora la casa editrice ristampa nuovi dizionari giustificando la novità e l’aumento di prezzo inserendo parole che non troverai mai da tradurre in nessun testo latino”, spiega il venditore. Anche per questo motivo le nuove edizioni dei libri spesso rappresentano solo una truffa ai danni delle famiglie italiane. Il tutto – racconta Il Messaggero – sembra avallato dai professori di molti licei della Capitale che suggeriscono ai propri alunni di comprare le nuove edizioni. Anche se – denunciano le famiglie – cambia solo la copertina. L’Associazione presidi di Roma ha condannato duramente questa politica che sembra giovare solo alle case editrici: “Il decreto del Fare – afferma Mario Rusconi – prevede per il capitolo scuola la possibilità di utilizzare i testi scolastici per almeno cinque anni. E i professori che consigliano agli studenti di acquistare solo testi nuovi commettono di fatto un illecito”.

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