La tragedia di Altofonte, quando otto bambini morirono sotto le macerie dell’asilo

Morirono schiacciati dai massi in quel luogo che avrebbe dovuto proteggere la loro infanzia, custodire la loro innocenza. Il crollo del vecchio asilo di Altofonte (Palermo) è una delle tragedie peggiori che abbiano colpito la Sicilia nel Dopoguerra. La scuola materna del collegio Maria Ausiliatrice venne giù nella bufera che sferzava tutta l'area della Conca D'Oro, la mattina del 13 dicembre 1957.
Il crollo: un crepitio, poi il boato
Sono le 9 e 30 del mattino, le mamme sono ancora lì a tenere le manine dei loro bambini, quando l'edificio di sgretola sulle loro teste. Nel vicolo al culmine del quale si trova l'asilo, il rovinio dei massi fa alzare un polverone che si vede da lontano. I residenti corrono giù in strada, i soccorsi vengono allertati, mentre i genitori che erano appena usciti lasciando i loro bimbi gridano disperati i loro nomi.
Il bilancio
Quando i soccorsi arrivano nel paesino arroccato sulle montagne a 12 chilometri da Palermo, si contano già alcune vittime. Solo qualche ora più tardi sarà possibile tracciare il bilancio finale: nove morti e almeno il doppio dei feriti. Tra le vittime ci sono otto bambine tra i 3 e i 12 anni, una giovane mamma e una delle suore salesiane che gestivano la struttura.
L'epilogo
Più duro della vista dei corpicini in fila all'obitorio è il responso delle indagini su quel maledetto incidente: l'edificio era stato dichiarato pericolante, la tragedia si poteva evitare. A sfondare il pavimento del primo piano facendo rovinare l'edificio è stato uno strato di calcestruzzo sopra le travi.
Come spesso accadrà nella storia d'Italia è la mancata messa in sicurezza e manutenzione dell'edilizia a generare tragedie e morti degli di una strage, che per una volta a Palermo, non è avvenuta per mano della mafia. A sessant'anni dalla tragedia di Altofonte, quello della fatiscenza degli edifici scolastici resta un allarme ancora vivo.