La strage di Via d’Amelio resterà impunita? Sei ergastolani lasceranno il carcere
Sono passati 19 anni dalla strage di via D’Amelio in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta e, ad oggi, sono 11 le persone che stanno scontando la loro pena in carcere per quel delitto. La corte d’Appello di Catania però ha deciso che 8 di queste persone, condannate tutte all’ergastolo, potrebbero presto ritornare in libertà. La decisione deriva dalla richiesta di revisione dei processi Borsellino e Borsellino bis presentata, in seguito alle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, dal procuratore generale di Caltanissetta Roberto Scarpinato. Il Pg chiedeva appunto la sospensione dell’esecuzione della pena per otto dei condannati per l’omicidio del giudice Borsellino.
Con le ultime dichiarazioni di Spatuzza il quadro che emerge è, infatti, completamente diverso e ha permesso ai magistrati una ricostruzione delle singole posizioni. I colpevoli, secondo le nuove rivelazioni, sarebbero gli uomini della cosca di Brancaccio, tra cui lo stesso Spatuzza che si è autoaccusato. I giudici catanesi hanno però definito “inammissibile” l’istanza di revisione adeguandosi alla giurisprudenza che ritiene che in presenza di una sentenza definitiva, perché si possa celebrare un nuovo dibattimento, occorre un’altra sentenza definitiva che accerti responsabilità di altre persone e che contrasti il verdetto precedente. Nonostante questo la corte d’Appello ha appunto disposto la sospensione della pena e l’immediata scarcerazione dei detenuti.
Sei degli otto condannati, Salvatore Profeta, Cosimo Vernengo, Giuseppe Urso, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino e Gaetano Murana, potranno dunque lasciare il carcere visto che non hanno altri processi a carico mentre per gli altri due, Gaetano Scotto e Vincenzo Scarantino, la Procura di Caltanissetta dovrà prima verificare le loro posizioni.
I due sono infatti coinvolti in altri processi diversi da quello di via D’Amelio, il primo per tentato omicidio e traffico di droga e il secondo per droga e per calunnia: la Procura, prima della scarcerazione, dovrà dunque verificare se i due abbiano già espiato le loro pene.