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Golden State killer, l’uomo che stuprava e uccideva le donne davanti ai loro compagni

Dal 1974 al 1986, i sobborghi residenziali di Sacramento (California) diventano il terreno di caccia del ‘Golden State killer’. Entrato nottetempo nelle case di giovani coppie, dopo aver legato l’uomo si diverte a stuprare la compagna davanti ai suoi occhi, per poi ucciderli entrambi. Inseguito per 40 anni dall’FBI è stato identificato solo nel 2018. Viveva poche porte più in là delle sue vittime.
A cura di Angela Marino
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Quando ha visto lo sceriffo Jones, della Contea di Sacramento, scendere dall'auto e avanzare verso casa sua, Joseph James De Angelo, classe 1964, pensionato, ha pensato a un errore. Attonito, ha fissato lo sceriffo mentre dalla sua bocca uscivano le parole ‘omicidi' e ‘arresto' associate al suo nome. Nondimeno, si è lasciato condurre via senza protestare, dicendo addio in un secondo alla reputazione di uomo rispettabile con cui tutto il tranquillo sobborgo di Citrus Heights, a Sacramento, lo aveva conosciuto negli anni in cui vi aveva abitato. Dipendente per ventisette anni del supermercato Save Mart, De Angelo era noto ai vicini per il modo in cui curava il prato e per i lavori di modellismo. Per tutti fu uno choc quando i giornali nazionali riportarono la notizia di aver arrestato nella loro strada, dopo 40 anni, il ‘Golden State killer', autore di dodici omicidi, 45 stupri, e 120 rapine. In due parole, il serial killer più famoso della California.

La storia del Golden State killer

The original night stalker‘ come lo avevano battezzato negli anni Settanta i media, aveva cominciato a colpire nella primavera del 1976, nei sobborghi dell'alta borghesia di Sacramento. La sua specialità, all'inizio, era quella di spiare le persone, poi quella di spiarle alla ricerca del modo meno rischioso d'introdursi nelle loro case. Qualche volta desiderava preannunciare il suo arrivo con telefonate mute, frequenti o minacciose. Iniziò così, insinuandosi di nascosto e spuntando all'improvviso dal buio delle villette, sul volto un passamontagna scuro e in mano il coltello. Aggrediva sessualmente le donne, prendeva qualche soldo e poi scappava, una dinamica semplice e collaudata. A un certo punto, però, non gli bastò più. Ogni volta che la faceva franca, che sgattaiolava indisturbato dall'uscita sul retro, cresceva in lui il senso di dominio, il desiderio di andare oltre.

‘Se ti muovi, la uccido'

Passò così dalle donne single, alle coppie. Ormai aveva raggiunto un tale controllo di sé da di poter gestire due ostaggi. Costringeva entrambi, sotto minaccia, a farsi legare, poi stuprava la donna davanti al suo compagno. Quando questo non gli bastò più decise di aumentare la soglia della crudeltà e cominciò a impilare piatti e stoviglie sulle mani legate dell'uomo, intimando: "Se fai cadere qualcosa, la uccido". Quando non gli bastò più neanche umiliare le vittime, cominciò a soggiornare a lungo nelle case, stuprando gli ostaggi più volte, mentre beveva il loro vino, mangiava nei loro piatti, guardava la loro TV. E quando essere il padrone di casa non gli bastò più, puntò altissimo: decise di essere Dio.

Una lunga scia di morti

I primi a morire furono Robert Offerman, 44 anni e Debra Alexandra Manning, 35 anni, uccisi a colpi di pistola a Goleta; poi fu la volta di Charlene e Lyman Smith, uccisi a bastonate a Ventura e dopo quella di Keith e Patrice Harrington, sposi novelli da 3 mesi. Manuela Witthuhn, invece, era sola in casa quando venne aggredita, stuprata e uccisa. Ancora colpi di pistola per Cheri Domingo e Gregory Sanchez uccisi diversi isolati a sud del condominio dove viveva Robert Offerman. Janelle Cruz, invece fu uccisa a colpi di chiave inglese, mentre i genitori erano fuori in vacanza in Messico.

Il profilo del mostro

Corre l'anno 1986, la stampa gronda di articoli, identikit e foto delle scene dei 12 omicidi del mostro, a cui toccano diversi nomi: ‘Est Area Rapist' poi ‘Original night stalker', e infine ‘The Golden State killer'. L'FBI, che dalle prima aggressioni aveva cominciato a seguire il caso, traccia un identikit molto preciso del killer californiano. Intelligente, scaltro, ben vestito, il predatore notturno di Sacramento è sessualmente attivo, aveva avuto o ha tuttora, una relazione con un partner sottomesso e un lavoro che lo impegna la mattina in una zona non lontana da quella degli omicidi. Il killer, inoltre, è avvezzo ai metodi investigativi. Nonostante la precisione di questo identikit psicologico gli agenti di Quantico brancolano nel buio per quarant'anni, tanto da arrivare a credere che l'assassino con il passamontagna sia morto. Gli omicidi, infatti, quello di Janelle Cruz, si fermano nel 1986.

‘Sarò lì nell'ombra'

Sarà il libro I'll Be Gone in the Dark: la ricerca ossessiva di una donna per il Golden State Killer, della giornalista, Michelle McNamara, pubblicato dopo la morte della scrittrice nel febbraio 2018, a risvegliare l'attenzione sul caso, in particolare sulle possibilità dell'identificazione attraverso il DNA. Molti nuovi casi, come quello di April Tinsley e di  Michelle Welch, sono stati risolti grazie alla ricerca nei database di Società che forniscono servizi di genealogia genetica.

La verità, dopo 40 anni

Questi servizi, che negli Stati Uniti, dove esistono immigrati di terza e quarta generazione, vengono consultati dagli americani per cercare i propri parenti perduti, ma spesso forniscono il proprio contributo al Federal Buraeu nella ricerca dei criminali. Proprio come il GEDmatch, che fornisce all'FBI il nome e il cognome della persona con un DNA simile a quello del campione prelevato sulla scena del Night Killer. Da quel parente gli agenti risalgono all'unico tra i congiunti compatibile per età, sesso e residenza con il “Golden State killer”. Identificato l'uomo, basterà un ultimo confronto tra il suo DNA, prelevato da un oggetto gettato nei rifiuti, e quello del killer.

Quando il DNA di De Angelo, rispettabile ex poliziotto e pensionato del Save Mart è risultato corrispondente con quello del ‘mostro' di Sacramento, l'arresto del costernato pensionato è stato delegato allo sceriffo. che gli ha messo le manette dopo avergli dato la caccia per quarant'anni. Non si era mai mosso da lì.

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Giornalista dal 2012, scrittrice. Per Fanpage.it mi occupo di cronaca nera nazionale. Ho lavorato al Corriere del Mezzogiorno e in alcuni quotidiani online occupandomi sempre di cronaca. Nel 2014, per Round Robin editore ho scritto il libro reportage sulle ecomafie, ‘C’era una volta il re Fiamma’.
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