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La storia di Michele Mariani, il mago dei palloncini in corsia: “I sorrisi che regalo sono la mia cura”

Clown in ospedale da anni, il 56enne di origine pesarese si reca per tre volte a settimana al Policlinico Sant’Orsola di Bologna prima per le sue terapie contro il mieloma multiplo, per dedicarsi poi con la sua arte ai pazienti oncologici più piccoli e non solo.
A cura di Beppe Facchini
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“Questa malattia è stata quasi una grazia. Certo, avrei preferito non averla, ci mancherebbe. Però mi dà una forza unica nel poter parlare con le persone ammalate, entrare in empatia con loro e dargli quella carica e quella fiducia nel crederci”.

Michele Mariani, originario della provincia di Pesaro, è un clown in corsia di 56 anni. Si traveste, si trucca e dona sorrisi ai più piccoli costretti in ospedale per le cure da diverso tempo, ma dal 2017, cioè da quando anche lui è alle prese con la malattia, la sua storia ha tutto un altro sapore.

Per tre giorni a settimana, infatti, Michele raggiunge il Policlinico Sant'Orsola di Bologna prima per sottoporsi alle necessarie terapie per la cura di un mieloma multiplo che all'inizio di quest'anno è tornato a farsi sentire dopo un po' di tempo di tregua, poi per trasformarsi in quel mago dei palloncini che i bambini del reparto di oncoematologia aspettano sempre con gioia.

E non solo loro, visto che Michele è di casa anche in altri reparti del policlinico, dalla pediatria d'urgenza alla oncoematologia femminile, sempre pronto con i suoi occhi azzurri a trasmettere tutta la sua forza anche a pazienti più grandi, in diversi reparti, oltre a familiari e sanitari che per qualche minuto possono fare affidamento su di lui per distrarsi grazie alle sue creazioni gonfiabili. “Sono nato come clown di corsia tramite la Croce Rossa -racconta-. Ognuno ha la sua arte, che può essere la magia, la giocoleria. Io ho portato al massimo la mia passione coi palloncini”.

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Quando Michele è al Sant'Orsola “oltre a fare le cure, faccio ciò che più mi piace e cioè portare gioia ai bambini. E questa gioia è un'altra cura importantissima. Sì, è pesante, ma è altrettanto curativo” assicura il 56enne, che ha trovato in empatia, fiducia e benessere le parole chiave del suo modo di portare la clownterapia dalle parti del capoluogo emiliano.

Ovviamente, specifica, si tratta di un qualcosa che si affianca alle cure mediche, ma la sua esperienza gli ha insegnato che riuscire a far star bene gli altri è una pillola in grado di avere effetti positivi anche su sé stessi. “All'inizio facevo le normali terapie e poi andavo a casa a dormire -continua- ma finivo per stare male fino alla mattina dopo. Invece, dedicandomi a queste attività di volontariato, sto meglio. È una cosa impressionante”.

Ospite speciale anche per eventi e feste, Michele porta avanti inoltre diversi altri progetti legati alla sua visione di clownterapia, che mette in pratica pure quando ci sono adulti a cui poggiare una mano sulla spalla nel momento più difficile. “La maggior parte di loro poi cambia – conferma -. Ed è una cosa bellissima, perché il sorriso che nasce e la carica che gli dai mi fanno sentire enormemente grato a tutto quello che sto facendo. Il problema è che la maggior parte delle persone va in depressione, come ci sono andato io all'inizio. Quindi serve assolutamente qualcuno che dia sostegno e forza per fare sempre qualcosa che faccia stare bene in primis se stessi e poi chi familiari e chi ci sta intorno. Trova il modo per farti vedere che stai bene -conclude- e vedrai che ti aiuterà a migliorarti”.

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