La storia di mamma Alfonsina, salvata dal figlio Fabio con un trapianto: “È l’amore che unisce”
Sono storie che dimostrano l'amore tra madre e figlio. Un gesto solidale nei confronti di una madre con poca speranza di sopravvivenza a causa della grave malattia al fegato. È il racconto della signora Alfonsina, oggi 77enne, siciliana di San Michele di Ganzaria in provincia di Catania, ai tempi malata di cirrosi epatica e di Epatite C. Una situazione molto grave, Alfonsina era tra la vita e la morte. Allora 60enne, Alfonsina aveva poche possibilità di ricevere una donazione, a causa dei limiti d’età. Inoltre, era in lista d'attesa per il trapianto, ma non poteva più attendere. "Fisicamente dimagrivo – racconta Alfonsina – non avevo tanta voglia di mangiare, dovevo mangiare senza sale, mi veniva da rimettere, tutti gli odori non potevo sentirli, sono stati sette anni molto difficili ma sono andata avanti. Ero sempre socievole e pimpante – dice Alfonsina – non ci facevo caso alla malattia, perché ero sempre positiva, non negativa. Quando andavo all'ospedale portavo allegria e tutti mi facevano sempre festa. Ho avuto sempre forza, non mi sono mai abbattuta".
Il figlio dona il fegato alla madre
Dopo un'attenta valutazione da parte dell'equipe trapianti Fabio, il figlio di Alfonsina, è stato considerato idoneo per la donazione. Infatti, è stato il figlio a donare parte del suo fegato. Una dimostrazione di affetto che supera ogni limite. "Le ho salvato la vita – ha detto Fabio – ho capito l'importanza della donazione. La forza che mi ha spinto alla donazione è stata la disperazione di vedere una mamma che stava morendo e non riuscire a poter fare niente. Era un caso disperato – aggiunge – mia mamma era tra la vita e la morte. Le rimanevano pochi mesi di vita quando fortunatamente c'era la possibilità di donarle il fegato. Dopo una mini valutazione – continua Fabio – ero compatibile. Ce l'abbiamo fatta".
La rinascita
Oggi Alfonsina sta bene, merito anche delle cure, sempre combattiva grazie alla volontà di vivere. Fabio vuole sensibilizzare la possibilità di donare e salvare vite attraverso la donazione di organi sia da vivente che da cadavere, per poter dare speranza e continuare a far vivere, non solo i propri cari, ma a chi attende un trapianto prima che sia troppo tardi. "Ero quasi morta e sono rinata – ha detto Alfonsina – grazie a mio figlio che mi ha salvato la vita donando parte del suo fegato. Quando mi sono svegliata – racconta Alfonsina – ho provato liberazione. Avevo sacchi di morfina e sacchi di sangue intorno a me. Oggi – conclude – mi sento benissimo, ci vuole tanta forza e poi non abbattersi mai, bisogna sempre reagire". "Donare un organo è un salvavita – conclude Fabio – ed è importante sensibilizzare la donazione sia da viventi e da cadaveri perché quella donazione può salvare vite umane".