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La storia di Laura, bimba italiana chiusa in un orfanotrofio in Messico: non parla con la mamma da mesi

Una bambina italiana di 10 anni è chiusa da mesi in un “orfanotrofio” messicano. Il Garante dei Minori: “La bimba va velocemente restituita alla cure della madre. Va fatto prima possibile, è già trascorso troppo tempo. Le condizioni psico-fisiche della piccola sono molto preoccupanti”.
A cura di Davide Falcioni
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Elena con sua figlia
Elena con sua figlia

Una bambina italiana di 10 anni è rinchiusa dallo scorso agosto in un orfanotrofio messicano: la piccola, alla quale da mesi viene impedito di vedere la madre, versa in condizioni psico-fisiche sempre più preoccupanti e di recente sarebbe arrivata a compiere atti di autolesionismo. Il caso è stato segnalato all'ambasciata e al governo italiano, che tuttavia non è stato ancora in grado di intervenire ed ottenere il rilascio della bimba.

A raccontare a Fanpage.it la vicenda è la mamma della piccola. La donna si chiama Elena M., è una 43enne trentina e sta lottando con tutte le forze per poter riabbracciare sua figlia Laura (nome di fantasia, ndr); la bambina è rinchiusa in una struttura dei servizi sociali Dif a Oaxaca, nel sud del Messico, ed è destinataria di una "misura di protezione" imposta da un giudice, provvedimento restrittivo che impedisce alla madre di incontrarla e comunicare con lei.

Chi è Elena e quando ha avuto sua figlia

Ma andiamo con ordine. Elena, fotografa documentarista, è approdata in Messico per la prima volta nel 2009: qui ha conosciuto un uomo e quattro anni dopo, nel 2013, è rimasta incinta. Il suo compagno si è rivelato una persona violenta e dedita all'abuso di alcol così la donna, dopo averlo lasciato, ha fatto ritorno in Italia ed ha dato alla luce sua figlia Laura a Cles, in provincia di Trento. "La bambina – afferma Elena – è nata ed è residente in Italia, l'ho avuta e cresciuta sola, ha solo il mio cognome ed è solo cittadina italiana". La piccola non è mai stata riconosciuta dal padre biologico. Dopo un paio d'anni trascorsi fra Trentino e Centro America, Elena è tornata in Messico. Ed è nella città di Oaxaca che lo scorso 16 agosto la situazione è degenerata.

Il compleanno di Laura e la denuncia per maltrattamenti

Quel giorno si stava festeggiando il decimo compleanno di Laura quando tra madre e figlia è scoppiata una lite domestica, un episodio di per sé insignificante che ha segnato però un punto di non ritorno. Dopo una segnalazione dell'ex compagno, infatti, Elena è stata arrestata dalla polizia per violenza familiare, accusa non supportata da nessuna prova: il rilascio di Elena, avvenuto dopo poche ore, non ha però segnato la fine dell'incubo bensì l'inizio di uno ancora più grande. Quel giorno stesso infatti Laura è stata accompagnata in una struttura di Oaxaca che accoglie bambini orfani o maltrattati.

Nelle prime settimane Elena è riuscita a incontrare la figlia alcune volte, sempre vigilata dal personale della struttura per minori. "Mi sono state concesse – racconta – visite di un’ora sotto la stretta sorveglianza di due psicologhe e senza la possibilità di portare con me telefoni o qualcosa che potesse registrare quello che succedeva all’interno. In quel posto le è capitato di tutto, ho visto mia figlia sbattere la testa mentre urlava di volersene andare. Ha già subito traumi che sarà difficile risolvere".

Elena e sua figlia
Elena e sua figlia

Poi, il 17 dicembre scorso, la situazione è ulteriormente precipitata con l'imposizione di una misura cautelare da parte di un giudice che impedisce ora alla donna di avvicinarsi a Laura o di comunicare con lei. Da quel giorno, la mamma trentina non ha potuto più abbracciare sua figlia, "e temo – afferma – di non poterla più vedere per anni". Nel frattempo il padre ha richiesto, con ben dieci anni di ritardo, il test del Dna; il timore è quello che possa utilizzarlo per togliere la custodia della bimba alla madre, Elena.

Il Garante dei Minori: "Caso gravissimo, intervenga il governo"

La 43enne trentina, alla quale nel frattempo è stato anche ritirato il passaporto, ha fatto appello all'Ambasciata Italiana in Messico, che starebbe seguendo il caso, ma anche al Garante dei Minori della Provincia di Trento, il dottor Fabio Biasi, già Procuratore Capo della Procura dei Minori trentina. Il garante, interpellato da Fanpage.it, ha confermato la versione fornita da Elena: "Sto seguendo la vicenda dallo scorso settembre. Dopo la segnalazione della mamma, che ci è giunta via mail, abbiamo immediatamente aperto una pratica a tutela della bambina, che è rinchiusa in una sorta di orfanotrofio destinato a minori abbandonati o vittime di violenza".

Fabio Biasi, Garante dei Minori della Provincia autonoma di Trento
Fabio Biasi, Garante dei Minori della Provincia autonoma di Trento

Laura, conferma il dottor Biasi, "è stata messa lì a seguito di una lite con la mamma e di una contestuale denuncia per maltrattamenti da parte del presunto padre. In quell'occasione la madre è stata arrestata e immediatamente rilasciata; la bimba, invece, è stata trattenuta in istituto". Il garante dei diritti dei minori spiega che a carico di Elena non è stata formalizzata nessuna accusa dalle autorità messicane, nonostante siano trascorsi quasi sei mesi, ma che in ogni caso per la sottrazione di una bambina alla madre "servono presupposti gravi, non si può fare a causa di una lite né di un singolo episodio".

Ed è sempre Biasi a riferire l'episodio: "Elena ci ha riferito che il 16 agosto, giorno del decimo compleanno della figlia, ha avuto una lite con la bimba. La piccola avrebbe fatto una piccola scenata e dopo aver rotto un vetro ha riportato qualche ferita all'avambraccio. Lei ha chiamato l'ambulanza, ma con essa è arrivata anche la polizia accompagnata dal presunto padre della bambina, un cittadino messicano che non ha mai riconosciuto la bimba ma che di recente ha fatto ricorso al tribunale di Oaxaca per ottenere il riconoscimento della paternità, chiedendo dopo ben dieci anni il test del Dna".

Il Garante: "La bambina avrebbe tentato il suicidio nella sua stanza"

È sulla base della semplice denuncia per maltrattamenti da parte dell'uomo che Laura è da mesi rinchiusa in una struttura del sistema Dif (Desarrollo Integral de la familia). Qui, conferma Biasi, "le condizioni della bambina sono peggiorate. La mamma riferisce che Laura è dimagrita molto e che di recente avrebbe tentato di strangolarsi nella sua stanza con una corda dopo un litigio col presunto padre, che guarda caso ha libero accesso all'istituto a differenza della madre, a cui invece l'accesso è vietato". Insomma, la bimba non sta bene, "bisogna fare in fretta perché venga liberata. Riteniamo che quella in corso sia una gravissima e palese violazione dei diritti della minore. Non essendoci una specifica e formale accusa alla madre, la bambina deve tornare con lei. Ho personalmente preso contatti con l'Ambasciata Italiana di Città del Messico, in particolare con il console Andrea Lay Bordoni, che mi è parso molto preparato e attento alla vicenda; abbiamo tentato di fare delle mediazioni anche con il presunto padre, ma senza risultati".

"Ora intervenga il governo, e faccia in fretta"

Il garante afferma che della vicenda è stata da tempo informato anche il governo italiano, nella speranza che un'azione diplomatica di alto livello possa portare al rilascio di Laura e al suo ritorno tra le braccia della madre: "Mesi fa abbiamo riferito i fatti al Ministero degli Esteri italiano e al dipartimento di giustizia minorile del Ministero della Giustizia. Fatta salva l'indipendenza dei giudici messicani, mi auguro sia stato comunicato loro che siamo davanti a una gravissima violazione dei diritti di una bambina. Del caso si stanno interessando organizzazioni messicane per i diritti minorili, ma sembra tutto fermo e senza un'azione più incisiva dell'Italia non vediamo uno sbocco positivo per questa storia. Ribadisco un concetto: Laura va velocemente restituita alla cure della madre. Va fatto prima possibile, è già trascorso troppo tempo. Le condizioni psico-fisiche della bambina sono molto preoccupanti; le va garantito di poter vivere nella sua vera famiglia, come stabilito dalla Convenzione ONU sui diritti del fanciullo".

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