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La storia di Kieran, il bimbo nato senza orecchie che ha cominciato una nuova vita

Dalla Gran Bretagna la storia di Kieran, il bambino inglese nato senza orecchie che, grazie a un delicato intervento chirurgico, ha cominciato una nuova vita.
A cura di An. Mar.
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La notizia ha fatto il giro del mondo ed è stata (giustamente) rilanciata dai più importanti media internazionali, con uno speciale realizzato dalla Bbc. La storia è quella di Kieran, un bambino inglese nato senza le orecchie a causa di una grave malformazione (nota come "microtia" e piuttosto rara), che ha subito un delicato intervento chirurgico grazie al quale le sue orecchie sono state ricostruite utilizzando tessuti e frammenti delle costole. L'operazione, che è stata eseguita nel Great Street Ormond Hospital di Londra e che ha richiesto una lunga preparazione da parte dell'equipe medica, è stata voluta dallo stesso Kieran, che, sordo alla nascita, era già in grado di percepire i suoni grazie a precedenti interventi chirurgici (durante i quali gli è stato impiantato un impianto cocleare di ultima generazione), ma desiderava avere delle "grosse orecchie" al posto dei piccoli lobi con i quali era nato.

"Ne parlava da quando aveva sei anni, dopo aver visto una trasmissione in Tv ", racconta la madre: "Era importante che fosse una sua decisione". Stando alla testimonianza della famiglia, quando ha visto il suo nuovo aspetto allo specchio, Kieran era così felice che non è riuscito ad esclamare altro che "Wow!". Nel Regno Unito circa 100 bambini l'anno nascono senza uno o due orecchi a causa di una grave malformazione nota come microtia. Fortunatamente, grazie ai passi avanti che l'ingegneria dei tessuti ha compiuto negli ultimi anni, casi come quello del piccolo Kieran possono essere trattati fino ad ottenere la ricostruzione completa dell'orecchio. Una operazione che non può essere letta solo come "semplice miglioramento estetico", dal momento che i medici sono concordi nel ritenerla essenziale per il benessere psicologico e per un completo inserimento "sociale" dei bambini affetti da questa malformazione.

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