video suggerito
video suggerito

La storia di Jeffrey Dahmer, il profilo criminale del serial killer che mangiava le sue vittime

Jeffrey Dahmer, un serial killer affetto da disturbi di matrice narcisistica, schizofrenica e antisociale. Ma la sua peculiarità, che era poi la causa scatenante delle sue condotte, era il raggiungimento dell’orgasmo soltanto attraverso rapporti sessuali consumati con i cadaveri.
A cura di Anna Vagli
467 CONDIVISIONI
Immagine

Ha fatto discutere la serie tv Netflix dedicata a Jeffrey Dahmer, noto come il mostro di Milwaukee e destinato a rimanere negli annali per i disumani omicidi commessi tra il 1978 ed il 1991. Dopo essere stato condannato all’ergastolo nel 1992, non ha scontato la sua pena perché due anni dopo è stato ucciso da un altro detenuto affetto da schizofrenia, Christopher Scarver. Ma qual era il modus operandi e la personalità del più mostruoso tra i serial killer? 

Chi erano le vittime preferite di Jeffrey Dahmer

 Jeffrey Dahmer, il cui passato criminale è stato consacrato dalla serie televisiva, ha barbaramente stuprato, ucciso e letteralmente assaggiato diciassette uomini. Diciassette vittime che presentavano specifiche caratteristiche personologiche: ragazzi giovani, di colore, con precedenti penali ed omosessuali. Sicuramente catalogabile come metodico ed organizzato.

Il modus operandi del serial killer

Dopo essersi presentato come fotografo, l’esca con la quale Dahmer attirava le sue prede era la promessa di offrire loro prevalentemente droga, ma anche soldi e sesso estremo. Per mettere a segno la sua trappola mortale, quindi, dopo averle condotte nella propria abitazione, le stordiva facendole bere inconsapevolmente droghe. Dopodiché, secondo criteri che sfuggono all’umana comprensione, alcune delle sue prede – ancora in vita – venivano lobotomizzate. Anche in questa circostanza il modus operandi seguito da Dahmer era lo stesso: dopo aver perpetrato alcuni fori nel cranio avvalendosi di un trapano, irrigava quest’ultimo con l’acido muriatico o con dell’alcol etilico. Nella sua mentalità deviata e perversa era convinto di annullare la personalità delle sue vittime contemporaneamente lasciarne vivi i corpi. In modo che potessero continuare ad assolvere il loro compito: quello di schiavi sessuali. Provocando morti tutt’altro che rapide ed indolori.  Una volta constato il decesso dava seguito alla sua primordiale perversione sessuale: la necrofilia.

Immagine

Seguiva poi una certosina attività di depezzamento e smembramento. All’inizio della sua “carriera dell’orrore”, occultava alcune delle parti spezzando le ossa e nascondendole nel giardino della propria abitazione. Con il passare degli anni, invece, perfezionata la tecnica, smaltiva ciò che restava dei cadaveri sciogliendole in sostanze chimiche. Infine, come cimelio, conservava le mani, il cranio ed i genitali nonché altre parti del corpo per cibarsene. Alcune delle teste delle vittime venivano preservate in frigorifero o sotto spirito, mentre altre venivano fatte bollire fino a quando la pelle non si staccava dal teschio. Quest’ultimo poi veniva cerato, dipinto e finiva col diventare un soprammobile.

 Il profilo criminale di Dahmer

Jeffrey Dahmer è stato riconosciuto come un soggetto affetto da disturbi di matrice narcisistica, schizofrenica e antisociale. Ma la sua peculiarità, che era poi la causa scatenante delle sue condotte, era il raggiungimento dell’orgasmo soltanto attraverso rapporti sessuali consumati con i cadaveri. Nel dettaglio, Dahmer appagava le sue fantasie attraverso rituali funerei fino a giungere al congiungimento sessuale con i corpi privi di vita delle sue prede. Jeffrey, in quest’ottica, rappresenta un vero e proprio caso di scuola. Difatti, come tutti i soggetti con simile perversione manifestava i sintomi della necrofagia. Si cibava infatti della carne dei defunti. Una perversione tipicamente maschile, che nasconde l’omosessualità che spesso il soggetto non vuole ammettere.

Perché Jeffrey Dahmer è un serial killer atipico

A differenza di tutti gli assassini seriali, Jeffrey Dahmer era affetto da disturbi prevalentemente di matrice parafilica, attinenti ciò l’alterazione della sfera sessuale. Ma soprattutto non vantava una personalità riservata. Al contrario, percepiva il bisogno impellente di manifestare i suoi stati di alterazione nei confronti delle sue potenziali prede. Non a caso, prima di macchiarsi di quegli atroci delitti, era stato più volte arrestato per molestie sessuali ed atti osceni. Era sempre alla ricerca delle potenziali vittime in luoghi pubblici e persino nella scelta delle stesse vittime era un serial killer atipico. Difatti, questi ultimi prediligono solitamente prede della loro stessa etnia. Diversamente Dahmer, fatta ad eccezione per un ispanico ed un asiatico, riservava la sua ossessione per tutti uomini di colore.

467 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views