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L'omicidio di Ilenia Fabbri a Faenza

La storia di Ilenia Fabbri, uccisa da un sicario per un’auto e 20mila euro in contanti

Due anni fa l’omicidio di Ilenia Fabbri. Le tappe di un femminicidio che, seppur “annunciato”, non è stato impedito.
A cura di Anna Vagli
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Ilenia Fabbri
Ilenia Fabbri
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Sono passati due anni dal femminicidio di Ilenia Fabbri, la quarantaseienne uccisa durante un agguato teso nel primo mattino del 6 febbraio 2021 nella sua abitazione di via Corbara a Faenza, dove la donna viveva con la figlia Arianna Nanni.

L'esecutore materiale del delitto, ormai i fatti sono tristemente noti, è stato Pierluigi Barbieri, conosciuto da tutti come “lo zingaro” per i suoi noti trascorsi criminali. L'uomo però ha agito su commissione: il mandante dell'omicidio era infatti l'ex marito della donna, Claudio Nanni.

Entrambi sono stati condannati nel febbraio 2022 all'ergastolo dalla Corte d'assise di Ravenna. Ilenia è stata uccisa, hanno scritto i giudici, perché voleva “veder riconosciuti i suoi diritti di madre e lavoratrice”.

Ricostruiamo tutti i passaggi di questo terribile femminicidio.

La ricostruzione

Claudio Nanni e Pierluigi Barbieri
Claudio Nanni e Pierluigi Barbieri

Era il 6 Febbraio del 2021. Arianna, figlia di Ilenia Fabbri e Claudio Nanni, dormiva da qualche settimana nell'abitazione della madre a seguito della separazione dei genitori. Quella mattina di inizio febbraio Claudio era passato a prendere la figlia per ritirare un'auto comprata a Lecco. In casa, però, era rimasta l'allora fidanzata di Arianna dopo che la sera prima avevano festeggiato insieme l'anniversario.

Sarà proprio la giovane a far saltare i piani di mandante e sicario. Difatti, quest'ultima aveva immediatamente lanciato l'allarme e fornito un identikit di quello che aveva riconosciuto come l'aggressore di Ilenia. Nanni negò fin da subito il proposito omicidiario.

Spiegando di aver esclusivamente incaricato Barbieri di spaventare la ex e indurla a rinunciare alle ripetute pretese economiche.

Il movente

Erano mesi che Nanni aveva architettato il suo piano criminale. Voleva eliminare Ilenia. Di fronte a sé, non si prospettava altra scelta. L'uomo non aveva accettato la fine della relazione con la madre di sua figlia. E doveva fargliela pagare cara. Un rancore covato da tempo nei confronti di quella donna che non solo aveva ricevuto l’assegnazione della casa coniugale dal valore di 300 mila euro come conseguenza della separazione.

Ma aveva anche intentato contro di lui una causa di lavoro dal valore di 500 mila euro per gli stipendi non percepiti a seguito dell'attività prestata nell'azienda di famiglia, l'officina di Nanni, e per la gelateria a conduzione familiare venduta a sua insaputa. L'udienza si sarebbe dovuta svolgere il 26 febbraio, 20 giorni dopo l'omicidio.

Ilenia era una donna determinata a separarsi e a tutelare la figlia Arianna, soprattutto dal punto di vista economico. E non si sarebbe mai tirata indietro.

Le richieste d’aiuto

Nel 2017 Ilenia Fabbri aveva sporto denuncia nei confronti dell'ex marito. “Mi ha apostrofato dicendo che lui fa quello che gli pare e che se continuo a rompere le scatole mi stacca la testa dal collo”.

Una denuncia nella quale Ilenia lamentava quindi condotte maltrattanti di Claudio Nanni. Non solo psicologiche, ma anche fisiche. Condotte che poi l’avevano persino costretta a farsi refertare al pronto soccorso.

Ilenia subiva abusi anche dopo avere chiesto il divorzio dal marito. E infatti, oltre a tutelarsi percorrendo le ordinarie strade legali, e questo oggi è un dato che fa ancor più male, si era rivolta a un centro antiviolenza perché temeva ogni giorno di più per la propria incolumità: più il tempo passava più Claudio Nanni diventava un uomo sempre più violento e rancoroso.

Ilenia conosceva bene il suo ex marito e sapeva che non avrebbe mai lasciata in pace. “Guarda se mi trovano morta è stato Claudio”. “Mi farà ammazzare senza sporcarsi le mani". Terribilmente profetiche queste dichiarazioni che la donna aveva rilasciato alle amiche nei mesi antecedenti a quello in cui poi verrà uccisa.

La scelta del sicario

La denuncia sporta da Ilenia, così come le confidenze alle amiche, avevano fugato fin da subito i pochi dubbi rimasti circa i propositi distruttivi dell'ex marito. Ed era stato proprio il fatto che Ilenia si era rivolta ai carabinieri per denunciare i maltrattamenti a spingere Nanni a commissionare l'omicidio a un'altra persona.

La modalità omicidiaria

Ilenia è stata aggredita alle prime luci dell'alba del 6 febbraio all'interno della sua abitazione. La causa di morte è stata attribuita un'emorragia acuta accompagnata da un’anossia cerebrale provocata dalla recisione della carotide. Anche per un uomo come Barbieri sarebbe stato troppo difficile strangolare una persona adulta con un oggetto rigido come il manico di un martello. Per questo l'assassino l'ha aggredita tagliandole la gola da sinistra verso destra. Togliendole così il respiro per sempre.

Un omicidio da incubo

Ilenia Fabbri
Ilenia Fabbri

Nonostante inizialmente le indagini brancolassero nel buio, e Claudio avesse un alibi apparentemente solido, il 3 marzo arrivò la svolta. Gli uomini della squadra mobile di Ravenna fermarono il killer e il mandante. Rispettivamente Pierluigi Barbieri e Claudio Nanni.

Lo zingaro ammise subito le sue responsabilità: era lui l'assassino di Ilenia Fabbri. L'aveva uccisa, però, su commissione dell'ex marito della donna. Con la promessa di ottenere  in cambio un compenso pari a 20.000 € e un'automobile usata. Mai ricevuti.

Barbieri, 90 kg di aggressività, rivelò che quello non era il primo tentativo messo a punto dai due uomini per uccidere Ilenia. Gli altri, però, erano andati a vuoto a causa di alcuni imprevisti. Le indicazioni del suo mandante erano state precise: avrebbe dovuto ammazzarla e poi occultarne il cadavere in un'area boschiva.

Un'area nella quale Nanni aveva già scavato la fossa per far sparire per sempre l'ex moglie. La versione dell'ex marito è sempre stata radicalmente opposta. Nanni ha affermato di aver soltanto chiesto a Barbieri di aggredire e di spaventare Ilenia, ma non di ucciderla. Come se questa richiesta non fosse di per sé riluttante e intollerabile.

Il piano criminale

Furono subito di facile comprensione, quindi, i motivi per i quali Nanni aveva portato via la figlia Arianna la mattina dell'omicidio. Il primo. Quello di costruirsi un alibi di ferro. Il secondo. Quello di facilitare l'ingresso del killer nell’abitazione dell’ex moglie.

Difatti, Arianna aveva inconsapevolmente sbloccato le sicure del portone di casa. Agevolando così l'ingresso a colui che sarebbe stato di lì a poco l'assassino di sua madre. Durante il processo, iniziato il 6 ottobre del 2021 in Corte di Assise a Ravenna, terrificanti sono state le dichiarazioni di Barbieri: “Nanni mi aveva detto che Ilenia non doveva più respirare e io l'ho colpita a martellate e con una coltellata la gola perché in testa mi rimbombavano le parole del Nanni”.

Ilenia Fabbri verrà tristemente ricordata per essere una donna morta per mano di un sicario ingaggiato dall'ex marito proprio per ucciderla. Quanto valeva secondo Nanni la sua vita? Non più di ventimila mila euro e un'auto usata.

Un ennesimo grido di aiuto rimasto inascoltato. Un ennesimo femminicidio che poteva essere impedito.

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Dottoressa Anna Vagli, giurista, criminologa forense, giornalista- pubblicista, esperta in psicologia investigativa, sopralluogo tecnico sulla scena del crimine e criminal profiling. Certificata come esperta in neuroscienze applicate presso l’Harvard University. Direttore scientifico master in criminologia in partnership con Studio Cataldi e Formazione Giuridica
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