La storia di Giuseppina Pesce, una madre che ha sfidato la ‘ndrangheta per salvare i suoi figli
Giuseppina Pesce apparteneva alla ‘ndrina dei Pesce di Rosarno, una delle famiglie più importanti nel mondo della mafia calabrese. È una delle poche donne andate contro la ‘ndrangheta ad essere ancora viva. Maria Concetta Cacciola è morta dopo aver bevuto misteriosamente dell’acido e i suoi familiari sono in carcere per istigazione al suicidio; il corpo di Lea Garofalo invece non è mai stato trovato.
Nell’ottobre del 2010 la donna che all’interno della cosca aveva il compito di fare da staffetta di ordini tra il padre in carcere e i suoi uomini fuori, decide di collaborare con la giustizia. Giuseppina vuole assicurare ai tre suoi figli un futuro diverso. Fuori dalla criminalità organizzata.
La sua testimonianza ha permesso agli inquirenti di ricostruire la piramide del potere dei Pesce. Oltre al sequestro di beni per oltre 200 milioni di euro. Oggi vive sotto protezione in una località protetta.
Il matrimonio con Rocco Palaia e la nascita dei tre figli
Giuseppina nasce nel 1976 in una nota famiglia di spicco della ndrangheta. È figlia, sorella e nipote dei boss più potenti della Calabria. Ad appena 14 anni conosce Rocco Palaia, di 22 anni. Dopo qualche mese la coppia ha la prima figlia, Angela (oggi 29enne), e si trova ‘costretta' a fare la ‘fuitina'.
La vita con quel ragazzo però non è quella che si aspettava. Ben presto arrivano le botte e le minacce, ma anche altri due figli (una che ora ha 21 anni e uno di 19). Giuseppina conosce un altro uomo e vorrebbe lasciare il marito, ma la ‘ndrangheta non perdona. A salvarla è l’arresto.
L'arresto e la decisione di collaborare con la giustizia
Nel 2010 finisce in carcere con l’accusa di essere la ‘postina’ del clan. A questo punto inizia a collaborare con il pubblico ministero della Dda di Reggio Calabria, Alessandra Cerreti. In questa ultima trova una preziosa alleata: le inizia a raccontare i soprusi subiti dal marito e soprattutto la sua vita da ‘mafiosa', quindi svela i traffici illegali della sua famiglia.
In cambio ottiene la protezione per lei e i suoi tre figli che all’epoca avevano 16, 9 e 6 anni.
Le minacce e l'ostilità della figlia Angela
Giuseppina comincia così una nuova vita, ma la figlia maggiore, Angela, non approva la decisione della madre, così la donna cede e ritratta le sue testimonianze. Non fa però rientro in Calabria: teme per la sua vita, rimane in una località nascosta. Ma quando viene scoperta con il suo nuovo compagno, il marito la minaccia: chi tradisce deve pagare con la vita.
Nel frattempo viene messa sotto protezione con le due figlie (il figlio è stato, invece, affidato al nonno). Ma durante un viaggio verso Lucca, in cui erano presenti la figlia e il nuovo compagno di Giuseppina, viene nuovamente arrestata con l’accusa di evasione.
Il ripensamento di Giuseppina e l'appoggio della pm Alessandra Cerreti
È in quest'occasione che spiega il perché del suo ripensamento. Per esempio la non condivisione da parte dei figli, in particolare Angela, della sua collaborazione. E poi anche un’altra verità forse quella più sentita; il timore che qualcosa di male potesse accadere ai suoi ragazzi.
Ma la pm Cerreti le garantisce che nulla sarebbe accaduto a lei e ai suoi figli. Così Giuseppina inizia a confessare tutti gli illeciti della famiglia. Questa volta con la figlia Angela dalla sua parte. Queste testimonianze daranno il via all’operazione All Inside 2, e al consecutivo processo del 2012.
In sede di processo, gli uomini della famiglia Pesce pretendo che la Cerreti venga sostituita con un uomo. Non riescono a sopportare l'idea che ad accusarli siano delle donne. Ma il pm non si fa intimorire.
La vita di Giuseppina Pesce oggi
Oggi Giuseppina Pesce continua a vivere in una località protetta con i suoi figli. Il suo coraggio le ha regalato una seconda possibilità colorata di dignità e libertà. È riconosciuta come un’eroina non soltanto per aver voltato le spalle alla sua famiglia di sangue, ma per essere una donna testimone ancora in vita.
Nel film Le buone madri, disponibile da ieri, 5 aprile, su Disney+, c’è anche la sua storia, insieme a quella di Lea Garofalo e Maria Concetta Cacciola, altri due madri il cui destino è stato meno fortunato di quello di Giuseppina. Tutte e tre vittime di quel sistema che avevano deciso di denunciare. Il loro esempio rimane un’ispirazione per molte altre donne.