La storia di Giovanni: “Vivo con 490 euro al mese, senza Reddito di cittadinanza non vado avanti”

Giovanni Massucco ha 59 anni e da sei percepisce il Reddito di cittadinanza. Un sussidio indispensabile per lui che nel 2016 ha perso il lavoro da impiegato tecnico informatico in una azienda del Torinese e da quel momento non ha più trovato un’occupazione. A Fanpage.it affida le sue speranze.
A cura di Gabriele Rossetti
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Giovanni Massucco, percettore del Reddito di cittadinanza
Giovanni Massucco, percettore del Reddito di cittadinanza

"Mi chiedo che cos'abbia fatto io di male in questa vita". Si congeda così Giovanni Massucco, dopo aver raccontato ai microfoni di Fanpage.it cosa significa vivere percependo il Reddito di cittadinanza.

Giovanni ha 59 anni, appartiene alle categorie protette con una invalidità del 55% e da sei anni è seguito dagli assistenti sociali. Negli ultimi tempi ha perso tutto, tranne la forza di non arrendersi (appresa quando era  fuciliere assaltatore nei Bersaglieri) e la speranza di riuscire ancora a trovare un lavoro, qualunque esso sia, che possa garantirgli una esistenza dignitosa.

"Sapete che cosa vuol dire vivere con 490 euro al mese?" Questo è quanto percepisce.  "È una cosa impossibile. Vuol dire vivere da poveri, cioè privarsi di tutto praticamente: dalla montatura degli occhiali ad una visita dal dentista. Cose che sarebbero primarie, ma non me le posso permettere".

Il sussidio si rivela dunque imprescindibile per lui che nel 2016 è stato licenziato da una azienda del Torinese in cui svolgeva il compito di impiegato tecnico informatico; da quel momento non ha più trovato un'occupazione. Il suo calvario comincia però nel 2011 quando la madre si ammala di demenza senile avanzata e lui deve accudirla lasciando il lavoro. "Era allettata, aveva le piaghe da decubito, non potevo lasciarla mai sola". Nell'arco della degenza e dopo la scomparsa della madre si accumulano i debiti, che portano Giovanni a vendere la casa in cui viveva. Ancora oggi l'uomo è senza fissa dimora ed è ospitato in casa di una amica a Torino. Senza questo aiuto sarebbe costretto in strada. "Se non fosse stato per il Reddito di cittadinanza e per l'aiuto che mi ha dato questa persona io non avrei potuto andare avanti", racconta il 59enne.

Nel luglio scorso al danno si aggiunge anche la beffa, sottoforma di un sms dell'Inps che gli comunica che il Reddito di cittadinanza è sospeso. Fortunatamente per lui si è trattato di un errore, che ha però ugualmente comportato l'interruzione di due mensilità restituitegli solo a metà settembre. "Il Reddito mi sarà erogato fino al 31 dicembre 2023, poi ci sarà questo assegno di inclusione, ma non so quali saranno i parametri per rientrare". L'incertezza la fa da padrona nella quotidianità di Giovanni, che alle istituzioni chiede solo una cosa: il lavoro.

L'sms dell'Inps ricevuto da Massucco lo scorso 27 luglio
L'sms dell'Inps ricevuto da Massucco lo scorso 27 luglio

"Ho cominciato a lavorare a 12 anni, ho fatto i lavori più umili – rivendica con orgoglio -. Ho sempre lavorato, non sono uno che se ne sta con le mani in mano ma non riesco a trovare un lavoro. Ci ho provato in tutti i modi". "A 59 anni, visto che dicono che sono occupabile, i politici mi devono spiegare come mi collocano, dov'è il lavoro? Il lavoro è un problema, come è un problema sociale la povertà che va rispettata".

Giovanni Massucco, 59 anni
Giovanni Massucco, 59 anni

"Oggi le mie condizioni di vita sono queste – sembra quasi giustificarsi -. Trovo felicità in alcuni momenti grazie agli amici che mi fanno svagare qualche ora, impegno la testa nel settore informatico perché altrimenti starei peggio, ma senza lavoro io ho perso l'umiltà e la dignità. Non sono più me stesso e questa situazione fa star male".

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