L'inizio della storia è una situazione che si ripete in tutte le regioni d'Italia: abitazioni che sono appartenute ai genitori o nonni, in borghi ormai quasi svuotati dall'esodo delle famiglie verso la città, e che finiscono per essere mangiate dal tempo e dalle erbacce. Giorgio e Rosanna sono due coniugi settantenni di Chiavari, lui ex bancario e lei originaria di Bobbio: la moglie ha avuto in eredità una vecchia casa di pietra, a due piani, a Cerignale, un piccolo borgo arrampicato a 952 metri su in Val Trebbia, nel piacentino. Una zona rurale di rara bellezza tra i faggi, i pascoli e il culto per una cucina dai sapori tradizionali. Eppure a Cerignale (che conta una sessantina di abitanti, nella punta massima estiva) quella piccola casa è rimasta invenduta per anni, con il cartello scolorito dal sole e dagli inverni.
"Ah, se avessi 30 anni di meno, ci farei una locanda”, racconta Giorgio in un'intervista al Corriere e poiché il tempo non perdona ha pensato bene di prendersi gioco dell'abbandono preannunciato "regalandola", quella casa, a qualcuno che si prenda la briga e la responsabilità di tenerla viva. "Mia moglie – racconta Giorgio – l’aveva ereditata da sua madre, c’è un legame affettivo. Molti nelle nostre stesse condizioni hanno scoperchiato le loro case per rendere inagibili e quindi sottrarle all’Imu. A noi sembrava un peccato, per di più la nostra (i coniugi hanno un'altra abitazione in cui passano abitualmente le vacanze nda) è in centro paese".
E allora ecco l'idea:ricavarci minimo 4 camere per un bed & breakfast. Il comune ha trovato già due coppie di giovani interessati. «Crediamo – dice il sindaco – che si possa tentare un’attività imprenditoriale che unisca agricoltura e turismo puntando sulla biodiversità, porre le basi per una nuova economia dove la qualità prevalga sulle logiche del consumismo. Certo dobbiamo impegnarci tutti per creare le condizioni necessarie: servizi, infrastrutture, banda larga e quant’altro. Se c’è attrattiva? Tanta gente vien su, trova tranquillità, ma anche occasioni di svago, eventi culturali, sentieri ben curati, boschi per andare a funghi…».
E così il rudere diventa un'opportunità. Per generosità. Ed è bellissimo, da ascoltare.