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La storia di Francesco: “Vi racconto mio figlio Tommi, 5 anni e disabile. Sono un papà fortunato”

Francesco Cannadoro, 37 anni e creatore della pagina Facebook “Diario di un padre fortunato”, diventato anche un sito, ha raccontato a Fanpage.it come è nata l’idea di condividere sul web la disabilità di suo figlio Tommaso, che oggi ha 5 anni: “Tommi è un senza diagnosi, ha una microcefalia che dipende da qualcosa che deve ancora essere accertato, ma non può camminare né vedere. Scrivo le nostre avventure quotidiane per condividere e informare: è questa la mia missione”.
A cura di Ida Artiaco
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Francesco e il piccolo Tommi (Facebook).
Francesco e il piccolo Tommi (Facebook).
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Francesco Cannadoro ha 37 anni e si definisce un padre fortunato. A suo figlio, Tommaso a soli 10 mesi di vita è stata diagnosticata una grave disabilità degenerativa, che lo ha portato con  il tempo ad essere non vedente e disfalgico, oltre ad avere un ritardo psicomotorio, ma è sempre sorridente, vivace e sveglio. Per questo, Francesco ha deciso di aprire prima una pagina Facebook e poi di lanciare un vero e proprio sito internet per raccontare e condividere le loro avventure quotidiane. Un vero e proprio diario di bordo che dal 2016 a oggi ha dato vita ad una vera e propria community che conta oltre 40mila seguaci solo su Facebook. "Volevo semplicemente fare una riflessione sulla disabilità – ha raccontato Francesco a Fanpage.it -. Quando abbiamo scoperto la condizione di Tommi ho pensato di dover fare qualcosa così ho utilizzato la mia passione per la scrittura per descrivere in maniera semi-seria quello che ci stava capitando in modo da attirare qualcuno che potesse saperne più di noi in materia e recepire quante più informazioni possibili su questa tematica".

Tommaso è nato nel luglio del 2014 e, come sottolinea Francesco, la sua disabilità è stata scoperta circa 10 mesi dopo. "Alla nascita sembrava tutto normale, ma io e mia moglie Valentina ci siamo subito accorti che aveva problemi di crescita rispetto a suoi coetanei. Abbiamo cambiato quattro pediatri in quel periodo, tutti ci dicevano che eravamo genitori troppo apprensivi. Infine, quando il bimbo aveva 10 mesi, un quinto medico ci ha consigliato di fare un visita neuropsichiatrica. In verità, non sappiamo di preciso cosa abbia, Tommi è un bambino senza diagnosi. Ha una microcefalia che dipende da qualcosa che deve ancora essere accertato. I sintomi sono atrofia del cervelletto e grave ritardo psicomotorio, la condizione è degenerativa, per cui pian piano perde competenze, oltre ad avere l'epilessia. Inoltre è  non vedente, disfalgico, non credo riuscirà mai a camminare". Nonostante i primi tempi siano stati durissimi da affrontare, Francesco ha pensato di condividere quello che stava vivendo in Rete, lanciando la pagina "Diario di un padre fortunato".

"Era il 2016 e quel periodo è coinciso con uno dei suoi ricoveri più lunghi – ha continuato il papà di Tommaso -. Nel tempo ho deciso di fare da specchio, ciò che mi arrivava lo riflettevo a chi mi seguiva, per cui siamo diventati una community di condivisione e informazione. La gente all'inizio pensava che fossimo noi a saperne tantissimo. Io ci provo a spiegarlo che ne so quanto loro. Così poi è nato il blog e ancora il sito, in cui intervisto famiglie che hanno a che fare con la disabilità e in cui ho affrontato con il supporto di esperti e professionisti temi come i vaccini o l'assistenza sessuale ai disabili. Sono racconti semi-seri delle nostre avventure, di ciò che viviamo tutti i giorni. È un percorso bello, che nel tempo è diventato per me una missione per sensibilizzare sull'argomento disabilità. Anche perché uno dei problemi più stringenti per il genitore di un ragazzo disabile è il supporto psicologico, che per me è stato fondamentale nell'affrontare alcuni temi, come il sopravvivere a mio figlio. Molti si colpevolizzano per non essere riusciti a tenerli in vita: se fossero stati seguiti da qualcuno il loro percorso mentale sarebbe stato sicuramente diverso".

La missione di Francesco è dunque quella di sensibilizzare sulla disabilità: "A livello di società – ha concluso il papà fortunato -, quel che più incide sono le barriere architettoniche e sociali. Le prime sono il frutto delle seconde. Anche questo è un aspetto ancora molto presente e di cui i genitori devono tener conto. Con la mia esperienza vorrei far capire che bisogna reagire, ciascuno secondo i propri tempi, che bisogna far pace con la notizia della disabilità del proprio figlio e che si avrà il tempo dopo di raccogliere i proprio cocci. Adesso bisogna raccogliere quelli dei ragazzi, che non possono farlo da soli".

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