La storia di Elisa Claps: l’omicidio, il ritrovamento del corpo e la condanna di Danilo Restivo
L'omicidio di Elisa Claps, la studentessa di sedici anni scomparsa misteriosamente a Potenza il 12 settembre 1993 e uccisa per mano di Danilo Restivo, è tra i più noti casi di cronaca nera risalenti ai primi anni Novanta. Della giovane si persero le tracce inspiegabilmente per molti anni fino a quando non venne ritrovato il corpo senza vita nel sottotetto della chiesa potentina Santissima Trinità, il 17 marzo 2010. Chiesa rimasta chiusa per anni e riaperta nel 2023.
Il suo assassino, Danilo Restivo, 21enne siciliano all'epoca trasferitosi a Potenza con la famiglia, nel 2014 è stato condannato definitivamente a trent'anni di carcere. Il ragazzo inoltre era stato già precedentemente accusato di un altro omicidio avvenuto il 12 novembre 2002, quello di Heather Barnett, una donna britannica e sua vicina di casa.
Chi era Elisa Claps, la studentessa uccisa a Potenza a 16 anni
Elisa Claps è nata a Potenza e insieme con i suoi due fratelli, Gildo e Luciano, apparteneva a una normalissima famiglia, sua madre Filomena infatti era un'impiegata mentre suo padre Antonio, un commerciante. Nell'anno in cui è scomparsa, Elisa frequentava il terzo anno del liceo classico nella sua città natale e sognava di fare il medico: una domenica mattina, esattamente il 12 settembre 1993, la ragazza è uscita di casa per raggiungere la chiesa Santissima Trinità in occasione di una funzione religiosa. Secondo quanto emerso dalle indagini, quel giorno l'ultimo parente che la vide fu proprio suo fratello Gildo al quale comunicò l'intenzione di raggiungere tutta la famiglia che nel frattempo si era recata nella casa in campagna, entro ora di pranzo, intorno alle 13.
Successivamente, una serie di testimonianze confidarono che in realtà Elisa si era accordata con un'amica e insieme avevano deciso di raggiungere la chiesa non per prendere parte della funzione religiosa, bensì per andare a un appuntamento durante il quale avrebbe incontrato un amico, il quale le avrebbe dovuto consegnare un pacco regalo in occasione della sua promozione agli esami di recupero scolastico.
Quelle furono le ultime ore in cui si sarebbero avute tracce di Elisa, prima che il mistero intorno alla sua scomparsa travolgesse l'intera famiglia per sedici lunghissimi anni.
L'ultimo incontro tra Elisa e Danilo nella chiesa della Santissima Trinità
Nel corso dell'inchiesta giudiziaria si scoprì che la persona misteriosa con la quale quella domenica Elisa doveva incontrarsi nella chiesa della Santissima Trinità, era proprio Danilo Restivo. Sempre nel corso dell'inchiesta venne confermato che la persona ad aver visto per ultimo la sedicenne era di fatto il 21enne. Il giovane venne a lungo interrogato e la versione che diede agli inquirenti rispetto ai suoi spostamenti avvenuti quel 12 settembre, fecero crescere numerosi sospetti tanto da convincere chi indagava a concentrarsi sulla sua figura.
Restivo, nelle ore successive al delitto, aveva raggiunto il pronto soccorso di Potenza chiedendo di farsi medicare una ferita alla mano. Ai medici raccontò di un piccolo incidente, una semplice caduta avvenuta nei pressi della stessa chiesa dove all'epoca si stava costruendo delle scale mobili.
Ad attirare l'attenzione furono i vestiti che il giovane indossava: questi ultimi presentavano macchie di sangue ma nonostante ciò non furono oggetto di immediato sequestro. Nei giorni successivi di Restivo non si ebbero più notizie e quando si fece vivo di nuovo si giustificò dicendo che aveva raggiunto la città di Napoli per sostenere un esame all'Università.
Solo dopo un lungo interrogatorio con gli inquirenti, il giovane confidò di aver effettivamente parlato con Elisa quel giorno e che aveva chiesto di incontrarla solo perché avrebbe voluto dei consigli su come comportarsi con un'amica in comune, della quale si era perdutamente innamorato. E inoltre aggiunse che in quell'occasione Elisa gli avrebbe confidato di essere molto spaventata per via di un uomo che nell'ultimo periodo la importunava proprio nella chiesa della Santissima Trinità.
Le ricerche dei familiari dopo la scomparsa
Il giorno in cui scomparve, Elisa doveva raggiungere il resto della famiglia che si era riunita nella dimora di campagna in occasione del pranzo domenicale. Trascorse alcune ore, sforato l'orario di rientro che si aggirava intorno alle 13, il primo a preoccuparsi fu suo fratello Gildo. Quest'ultimo allertò il resto della famiglia e decise di contattare la polizia per denunciarne la scomparsa. Da quel momento in poi ebbero inizio quelle che da lì a poco si sarebbero rivelate assidue e instancabili ricerche.
Le indagini e i primi dubbi su Danilo Restivo
Che Danilo Restivo fosse un personaggio enigmatico, agli inquirenti fu chiaro sin dall'inizio e dalle prime indagini. L'uomo infatti era abituato ad importunare le ragazze per le quali perdeva la testa e molto spesso si rendeva protagonista di strani e misteriosi comportamenti. Telefonava anonimamente le ragazze per poi restare in silenzio, tagliava di nascosto alcune delle loro ciocche di capelli per poi conservarle accuratamente talvolta portandosele anche con sé.
Grazie ad alcune dichiarazioni delle amiche di Elisa, venne fuori che il 21enne era solito corteggiare le ragazze in maniera insistente, soprattutto quando queste ultime poi lo respingevano. Tra le prime persone ad essere convinte del coinvolgimento di Restivo nella scomparsa della giovane, fu sua madre Filomena. La donna per molto tempo insistette sulla colpevolezza del giovane, ma non ricevendo alcun interesse da parte degli inquirenti.
Subito dopo la scomparsa di Elisa, Danilo Restivo fu lasciato libero di andare a Napoli per un concorso e qualche tempo dopo, nonostante continuasse ad essere coinvolto nell'omicidio, fu comunque mandato dalla famiglia fuori città.
Un'altra figura che Gildo Claps, fratello di Elisa, ha più volte definito ambigua è stata poi quella di Don Mimì, il parroco della chiesa della Santissima Trinità all'epoca del delitto. Claps durante un'intervista aveva dichiarato che ricevuta la notizia dell'incontro tra Danilo ed Elisa nella chiesa, si era subito fiondato nel santuario alla ricerca di notizie e dettagli che potessero aiutarlo a ricostruire la vicenda. Sempre in quell'occasione, Gildo ha ricordato di non aver avuto modo di entrare nella chiesa in quanto le chiavi erano nelle mani del parroco che al momento non si trovava a Potenza.
Anche la madre di Elisa, Filomena, nelle ore successive alla scomparsa, chiese a Don Mimì se avesse visto la figlia o se conoscesse Restivo. Quest'ultimo le rispose di no parlando al passato, un dettaglio mai trascurato dalla famiglia Claps, la quale si convinceva sempre più del fatto che il parroco fosse a conoscenza di qualche segreto inconfessabile che non potesse rivelare.
La vita di Danilo Restivo in Inghilterra e l’omicidio di Heather Barnett
Dopo la scomparsa di Elisa Claps, Danilo Restivo (il quale si sarebbe poi scoperto essere il killer della giovane potentina) si trasferì nel piccolo villaggio di Charminster, in Inghilterra, dove era diventato da poco vicino di casa di un donna, Heather Barnett, sarta britannica e madre di due figli. Sarebbero stati proprio questi ultimi a trovare la mamma, il 12 novembre 2002, in una pozza di sangue, con evidenti ferite da forbice e con una ciocca di capelli tra le mani.
Il collegamento con Restivo fu imminente e nel 2011, dopo il ritrovamento del corpo di Elisa nel sottotetto della chiesa, il giovane assassino venne condannato all'ergastolo dal Tribunale di Winchester, secondo cui Danilo Restivo era l'unico colpevole dell'omicidio di Barnett.
Il ritrovamento del cadavere di Elisa Claps nella chiesa della Santissima Trinità
Il corpo senza vita della giovane studentessa fu ritrovato diciassette anni dopo, il 17 marzo 2010, nel sottotetto della chiesa Santissima Trinità, proprio dove Elisa si era recata il giorno della sua scomparsa per incontrare il misterioso amico. Scoperti i suoi resti grazie a degli operai che in quel periodo stavano effettuando lavori di ristrutturazione nella struttura, si appurò che il giorno della sua sparizione e quello della sua morte, fosse lo stesso.
Insieme con il suo cadavere furono rinvenuti anche diversi oggetti appartenenti alla vittima, un orologio, degli occhiali, degli orecchini, dei sandali e la sua biancheria strappata. Questa avrebbe fatto sempre pensare all'idea che qualcuno l'avesse violentata prima di ucciderla.
Le accuse e il processo contro Danilo Restivo
Ad incastrare definitivamente Danilo Restivo fu il ritrovamento di una macchia di sangue mista rinvenuta sulla maglietta della sedicenne, poco dopo la scoperta del cadavere. L'esito dell'esame del Dna che era stato effettuato anche sulla vittima, confermò l'effettiva presenza di tracce biologiche appartenenti anche al suo aggressore.
Il primo processo fu fissato l'8 novembre 2011 nel Tribunale di Salerno con rito abbreviato, tre giorni dopo Restivo venne condannato a trent'anni di carcere con l'obbligo di risarcimento alla famiglia Claps, alla quale avrebbe anche dovuto versare la cifra di settecentomila euro.
Successivamente, il processo di appello iniziato il 20 marzo 2013 durante il quale prese parte anche lo stesso Restivo, si concluse definitivamente solo il 24 aprile dello stesso anno, quando venne conferma la precedente condanna a trent'anni di detenzione.
Dove si trova Danilo Restivo oggi
Attualmente Danilo Restivo, il killer di Elisa Claps che negli anni si è sempre dichiarato innocente si trova in Inghilterra dove sta scontando la pena in via definitiva per l'omicidio di Elisa Claps e anche per un altro omicidio, quello di Heather Barnett.
La riapertura della chiesa dopo 25 anni dall’omicidio di Elisa
Il 24 agosto 2023, la chiesa della Santissima trinità di Potenza a lungo rimasta chiusa in seguito al coinvolgimento nella morte di Elisa, ha riaperto al culto. Da novembre ogni mattina viene celebrata anche la messa, iniziativa che ha portato a una protesta a Potenza la prima domenica di novembre.
Protesta in seguito alla quale ha risposto anche l’Arcidiocesi di Potenza: "L’Arcidiocesi si interroga con amarezza a chi possa mai giovare questa continua contrapposizione da taluni alimentata ad arte e a fini speculativi che lacera la comunità civile e religiosa e conferma la propria volontà, mai venuta meno, di riprendere il dialogo con la famiglia Claps".
La decisione di riaprire la chiesa, nella quale sono stati occultati i resti di Elisa per diciassette anni, non è stata accolta positivamente dalla famiglia Claps. I suoi cari continuano ad opporsi e a non condividere la scelta di riaprire il santuario proprio durante la stagione estiva ma soprattutto a poche settimane dall'anniversario dei trent'anni dall'omicidio della propria figlia.
Le parole del fratello Gildo Claps e della mamma Filomena
Nel corso di un'intervista realizzata da Fanpage.it al fratello di Elisa, Guido Claps, è stato chiesto cosa ne pensasse della riapertura della chiesa potentina e quale fosse stata la reazione dell'intera famiglia alla notizia. Claps ha risposto: "Davvero folle farlo in questo momento, come dobbiamo prenderla?".
E ha aggiunto: "La mia famiglia si è sempre detta disponibile ad assicurare la propria neutralità rispetto alla riapertura della chiesa della Santissima Trinità, a patto che la Chiesa si assumesse, mediante un'unica dichiarazione, le proprie responsabilità sia per i ritardi del ritrovamento e sia per quello che è accaduto all'alba e nelle settimane successive. Negare questo passaggio vuol dire andare a inficiare quella battaglia per la verità e la giustizia che la nostra famiglia ha portato avanti per 30 anni. Che sia la città a dimostrare che non si accontenta di una verità parziale, il primo modo per dimostrarlo è non entrare in quella chiesa".
Anche Filomena, madre di Elisa, ha commentato la scelta presa ad agosto invitando i cittadini a ricordare cosa è successo a sua figlia tra le mura di quella chiesa: "Tutte le persone che vorranno entrarvi devono farlo e io assicuro loro che avranno la mia benedizione. Ci tengo a dirlo, come tengo a chiedere a tutte loro di non indugiare guardando in alto, dove si trova il sottotetto nel quale il corpo di Elisa è rimasto nascosto per anni e anni. Chiedo a tutti di guardare in basso, perché su quel pavimento vi sono ancora le tracce del sangue di una ragazzina innocente di 16 anni".