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La storia di Don Franco Barbero, il prete con una moglie che sposa coppie omosessuali

A Pinerolo (TO), nella sala d’ascolto della Comunità Cristiana di Base, Don Franco Barbero riceve quelli che sono stati messi al bando dalla Chiesa Cattolica: separati, divorziati, omosessuali, transessuali, donne che hanno abortito. Per loro organizza messe, celebra l’eucarestia, confessa, sposa, battezza. Don Barbero ha quasi 84 anni: “Per il me il tempo è breve, ma impiego ogni giorno per camminare su questa strada”.
A cura di Gianluca Orrù
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Don Franco Barbero
Don Franco Barbero

Nel 2003 Don Barbero è stato "dimesso dallo stato clericale" da Papa Giovanni Paolo II con un decreto: "Era scritto in latino – ride Don Franco Barbero quando ricorda l'episodio – e mi sono divertito a leggerlo. Era da un po' che mi tenevano sotto osservazione; quando mi hanno defenestrato non hanno però fatto i conti con il fatto che un prete, una volta tale, lo rimane per sempre, quindi io ho continuato a fare tutto quello che facevo esattamente come prima. Organizzo i gruppi di preghiera biblici, ricevo nella sala d'ascolto della Comunità Cristiana di Base di Pinerolo, somministro l'eucarestia nelle messe domenicali, celebro matrimoni e battesimi".

Don Barbero è sposato da oltre 30 anni, da prima che venisse cacciato dalla Chiesa Cattolica: "Ho celebrato il matrimonio con mia moglie Fiorentina io stesso, ci siamo sposati e la cosa è sempre stata alla luce del sole, non avrei mai potuto avere una moglie nascosta. Conosco tanti confratelli, ancora nel sacerdozio, che hanno degli amori nascosti, ma perché un prete è forzato al celibato? Perché non può scegliere?"

La protesta nei confronti della chiusura della Chiesa Cattolica su molti temi, per Don Barbero è diventata una ragione di vita. All'inizio della sua vita sacerdotale infatti, Don Franco era un insegnante al seminario, formava nuovi sacerdoti e nel frattempo approfondiva i suoi studi biblici, che lo hanno condotto a scrivere molti libri. Le sue idee radicali (per la Chiesa Cattolica), lo hanno presto allontanato da quell'incarico. Era il 1970 e Don Barbero, non volendo rinunciare alle proprie idee, comincia a lavorare, facendo anche i turni di notte. È il 1973 quando un gruppo di fedeli che stimava la sua idea di chiesa lo ferma e gli propone di fondare una Comunità Cristiana di Base, un gruppo di fedeli che si auto organizzano e sostengono lo studio e la vita sacerdotale di Don Barbero. Adesso le comunità sono 4 e sono sparse in tutto il Piemonte: da Pinerolo a Saluzzo, passando per Piossasco fino a Torino, queste comunità sostengono la sua attività e i costi degli spazi di ascolto che sono a disposizione dei suoi fedeli".

Don Franco Barbero, prete LGBTQIA+
Don Franco Barbero, prete LGBTQIA+

La comunità di fedeli di Don Franco Barbero è una comunità di persone che sono state "messe al bando" dalla Chiesa Cattolica Romana. Si tratta di divorziati, separati, donne che hanno abortito, omosessuali, transessuali, tutte persone che secondo le regole della Chiesa sono allontanate per sempre dai sacramenti.

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Nella sua casa di Pinerolo, poco distante dalla sede del punto d'ascolto della Comunità, Don Barbero vive con sua moglie Fiorentina e lì raccoglie una quantità di fotografie, frutto di oltre mezzo secolo di attività sacerdotale: "Quando mi hanno fatto il processo in Vaticano – ricorda Don Barbero – mi hanno chiesto l'abiura, mi hanno chiesto di disconoscere i libri che avevo scritto, di annullare i matrimoni omosessuali che avevo celebrato, mi avevano offerto una buona posizione, ma ho rifiutato. La possibilità di rifiutare la devo alle Comunità Cristiane di Base che mi sostengono, perché io non ho mai preso un euro di stipendio dalla Chiesa Cattolica".

Don Barbero, da studioso, ha una serie di sue teorie: "Non esiste l’inferno – dice Don Franco – e non esiste nemmeno il purgatorio. Sono invenzioni dantesche meravigliose, ma sono assurte a dogmi; come l’arcangelo Gabriele che porta lo Spirito Santo che entra in Maria e lei rimane incinta di Gesù; come il fatto che fosse vergine e che alla sua morte sia stata assunta in cielo".

Don Franco ha idee diverse dalla Chiesa Cattolica
Don Franco ha idee diverse dalla Chiesa Cattolica

Per Don Franco questi che lui chiama "miti" sono strumenti che usa la Chiesa per tenere i fedeli in una posizione di inferiorità: "La teologia femminista – spiega – ha fatto un grosso lavoro nella riscoperta di Maria, perché vede, hanno elevato una donna per schiacciare tutte le altre e tenerle in una posizione subalterna. Le donne sono sempre state messe da parte e lo strumento per farlo è proprio la figura della Madonna così descritta, madre e vergine contemporaneamente".

"Io non ce l’ho con la gente. La gente prende quello che viene loro somministrato, io ce l’ho con chi pur sapendo le cose, continua a mantenere nell’ignoranza il popolo di Dio che ha invece una dignità; ci sono milioni di persone buonissime che non vengono ritenute degne di conoscere la verità; mentre vedo che quando si dice la verità la fede diventa più bella, molto più vitale e legata alla nostra vita, una fede che aiuta ad affrontare le battaglie e ad accettare le gioie e che non abbandona nessuno e nessuna".

"Ho 84 anni – dice Don Franco – e so che per me il tempo è ormai breve; quando uno arriva a una certa età facciamo un funerale molto diverso, si chiama il commiato; io ho già scritto il mio e non voglio che arrivi il Vescovo e dica ‘oh com’era bravo’, perché ho visto tanti preti emarginati come me che, da morti, sono stati elogiati come grandi. Preti che erano stati isolati perché amavano una donna quand’erano in vita. Questa è una ipocrisia ricorrente nella Chiesa, il prete morto viene sempre elogiato. Io no, voglio che il mio commiato sia sotto le stelle, in un bel posto alberato, e voglio che la comunità celebri un funerale di fede, perché ho scritto un funerale di fede: niente elogi, niente Vescovi, voglio una celebrazione presieduta e condotta da omosessuali, donne. Per il mio funerale voglio poter dire a Dio che ho fatto la mia piccola parte e che vado da Lui e so che mi accoglierà; ho cercato di dire per tutta la mia vita che Dio non è cattivo, non si vendica e non punisce, non è un castigamatti per nessuno; ho cercato di dire che non c’è la religione sola che salva, no, c'è Dio che salva e che le strade per arrivare a Lui sono molte ma il porto, infine, è laggiù".

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