La storia di Beniamino Zuncheddu, accusato della strage di Sinnai e assolto dopo 33 anni in carcere
Dopo 33 anni, Beniamino Zuncheddu può lasciare il carcere nel quale è stato rinchiuso fino a ieri. L'uomo, oggi 59enne, è diventato un detenuto all'età di 27 anni con l'accusa di omicidio. Nella giornata di ieri il pastore di origini sarde è stato assolto nel processo di revisione per la sentenza definitiva all'ergastolo relativa alla strage di Sinnai, in provincia di Cagliari. L'uomo era stato incarcerato per l'omicidio di Gesuino Fadda, 56 anni; il figlio Giuseppe, di 24 anni e il dipendente dell'ovile nel quale i due lavoravano, Ignazio Pusceddu, 55 anni.
Chi è Beniamino Zuncheddu accusato della strage di Sinnai
Il pastore sardo, che all'epoca dei fatti aveva 27 anni, fu accusato dell'omicidio dei 3 da Luigi Pinna, genero di Fadda. L'uomo, rimasto ferito, si trovava con Pusceddu al momento dell'agguato. Il 55enne morì sul colpo mentre Pinna riuscì a sopravvivere. In un primo momento dichiarò di non aver riconosciuto il killer poiché quest'ultimo aveva calato in volto una calza come passamontagna. Successivamente però ritrattò, accusando direttamente Zuncheddu.
Con l'allora 27enne vi erano infatti state delle faide tra pastori. Zuncheddu e la famiglia di Fadda avevano infatti discusso più volte: a detta dell'accusa, vi erano anche state azioni dimostrative come l'uccisione di alcuni animali. L'uomo, condannato in via definitiva all'ergastolo, è rimasto in carcere per 33 anni fino a quando l'avvocato difensore Mauro Trogu ha chiesto alla Procura di riaprire il processo per esaminare nuove prove a favore dell'innocenza dell'imputato.
Il tutto accadeva ormai 3 anni fa e Zuncheddu aveva già trascorso 30 anni nelle carceri sarde di Badu' e Carros, Buoncammino e Uta. Dallo scorso 25 novembre Zuncheddu era stato messo in libertà poiché era stata sospesa la sua pena in attesa dell'esito del processo di revisione.
L'accusa e l'arresto di Zuncheddu dopo la strage del 1991
Determinante per l'arresto di Zuncheddu, la testimonianza di Luigi Pinna, marito della figlia di una delle vittime. L'uomo rimase ferito nell'agguato e disse agli inquirenti di non aver riconosciuto il killer, seppure lo avesse visto arrivare. Secondo quanto da lui dichiarato, infatti, l'assassino aveva coperto il volto con una calza di nylon come passamontagna.
Successivamente però Pinna volle cambiare versione, accusando direttamente Zuncheddu di quanto accaduto anche sull'onda di alcune rivalità che vi erano tra l'uomo e la famiglia Fadda. La difesa dell'imputato sostenne fin da subito che Pinna fosse stato influenzato da quanto dichiarato dal poliziotto Mario Uda. Durante le indagini preliminari, infatti, l'agente avrebbe mostrato al testimone, prima ancora di interrogarlo, una foto di Zuncheddu, additandolo come il colpevole degli omicidi.
Zuncheddu fu condannato in via definitiva all'ergastolo con l'accusa di essere l'unico responsabile della strage di Sinnai.
Il processo di revisione dopo 30 anni
Tre anni fa, il legale di Zuncheddu chiese la riapertura del processo per esaminare nuove prove a favore dell'imputato che nel frattempo aveva trascorso già 30 anni fra le carceri sarde di Badu ’e Carros, Buoncammino e Uta.
Dallo scorso 25 novembre l'uomo era tornato il libertà in attesa dell'esito del processo di revisione. Nella serata di ieri, venerdì 26 aprile, Zuncheddu è stato ufficialmente assolto dalle accuse anche grazie alla testimonianza fornita proprio da Luigi Pinna. Il testimone chiave che allora portò all'arresto di Zuncheddu, infatti, ha dichiarato nell'udienza del 12 dicembre scorso di essere stato influenzato da Uda. "Lui mi ha mostrato la foto di Zuncheddu – ha spiegato davanti ai giudici -. L'agente di polizia che conduceva le indagini e prima di effettuare il riconoscimento dei sospettati mi disse che il colpevole della strage era lui, mi mostrò la sua fotografia".
A distanza di due settimane, il procuratore generale ha chiesto l'assoluzione nella serata di ieri la sentenza ha confermato la richiesta del procuratore per l'errore giudiziario commesso. In tutti questi anni il pastore sardo si è sempre proclamato innocente.