La storia di Bax, dalla musica ai cavalli scalzi: “Tolgo i ferri e li rieduco alla natura”
Mollare tutto per cambiare vita, abbandonare la chitarra e diventare pareggiatore di cavalli: ci vuole coraggio e anche un filo di follia, ma soprattutto passione per questi animali. Marco Baccino ha cambiato vita 15 anni fa e si è lasciato dietro la musica per abbracciare i cavalli seguendo l'intuizione di Jaime Jackson, maniscalco americano che ha inventato il metodo Natural Horse, che consiste nello sferrare i cavalli e riabituare i loro zoccoli al terreno attraverso una gestione degli spazi e della socialità degli animali più vicina alla natura. Da allora, da quando si è laureato in scienze equine, la sua missione è seguire i cavalli sferrati, pareggiarli e riportarli alla corsa senza i ferri e su qualsiasi tipo di terreno.
Sveglia presto al mattino, campagne e nebbia delle valli piemontesi, maneggi e cavalli con le unghie lunghe che lo aspettano per la pedicure, la vita di Marco è questa ma in ogni storia c'è il momento di svolta che cambia tutto e questo momento per Marco arriva quando un giorno incontra Caterina, una cavalla ferita e destinata al macello, la compra a prezzo di carne prima che la uccidano, le toglie i ferri e la salva: per lui ricomincia una nuova vita, fatta di cavalli, di natura e di viaggi con lei, quelli che si chiamano Horse Trail. Caterina era ferita a un arto, non avrebbe più potuto correre, invece Marco l'aiuta e non la lascia indietro. In qualche modo complicato, questo salvataggio fa tornare qualcosa dentro di lui e risveglia l'ispirazione per la musica che se n'era andata qualche anno prima. Certe cose non si possono nascondere per sempre, fanno un giro lunghissimo e ritornano, così Marco scrive un album blues rock dedicato alla sua vita con i cavalli scalzi, alla natura e alla sua cavalla Caterina, che dopo 10 anni continua a vivere senza ferri e senza paura.
Sferrare i cavalli, scalzarli, non è una cosa buona di per sé: i ferri sono sempre serviti a proteggere gli zoccoli di quei cavalli che passano molto tempo nella stalla. Pareggiare le unghie dei cavalli scalzi serve a emulare la natura, sopperisce all'effetto del consumo naturale degli zoccoli di un cavallo selvaggio, abituato a correre decine di chilometri al giorno; pareggiare gli zoccoli serve anche a bilanciare degli squilibri posturali dell'animale e a ripristinare dei consumi anomali, ma il grosso del lavoro lo fa la gestione dei cavalli, che devono avere uno spazio più ampio a disposizione, devono avere vari tipi di terreno sotto gli zoccoli per farli consumare nel modo giusto e devono anche vivere insieme, per una socialità più elevata e quindi un maggiore movimento. Scalzare i cavalli vuol dire cambiare l'approccio complessivo alla gestione dell'animale e questo Jaime Jackson, l'inventore del metodo, lo aveva imparato direttamente da madre natura, osservando per anni i Mustang selvaggi del Nevada, che mai sono stati ferrati. Il cavallo domestico però è allevato così da centinaia di anni e per tornare almeno un po' simile ai suoi parenti selvatici deve affrontare un percorso di cambiamento, proprio come Marco "Bax" Baccino, che è cambiato insieme ai cavalli che segue e che è riuscito a cambiare anche la mentalità di molti maneggi, che hanno abbracciato in pieno la visione di Marco e sono diventati tutti full barefoot horses, maneggi per cavalli scalzi.
"Caterina mi ha ispirato – ride Marco e accarezza il muso della cavalla – e ho ricominciato a scrivere musica proprio per un documentario sui cavalli. Da lì non mi sono più fermato. Ci siamo aiutati a vicenda e insieme abbiamo fatto molti viaggi, sull'asfalto, sull'erba, ovunque, senza ferri, e insieme abbiamo anche impersonato il cavaliere elettrico in varie città, di notte".
"The Electric Horseman" non è soltanto il titolo dell'album che Baccino ha rilasciato qualche giorno fa su Spotify, ma è anche il titolo di un film di Sidney Pollack del 1979 con Robert Redford e Jane Fonda, in cui l'attore (un vecchio campione di rodeo) si ritrova a fare pubblicità per un marchio di cereali in sella a un cavallo campione di corse, Rising Star. Quando Redford si rende conto che il cavallo è malato e ferito, scappa via con il costume luminoso della pubblicità per liberare il cavallo in un canyon sperduto, in mezzo ad altri cavalli selvaggi.
L'album che Marco Baccino ha suonato e che si è autoprodotto nello studio casalingo pieno di chitarre, album in vinile e foto di cavalli, non è però un lavoro amatoriale, tutt'altro. "Sono andato dalla musica ai cavalli e poi sono ritornato indietro – spiega Marco – quando pensavo che avrei firmato il contratto musicale della mia vita con una major, qualche cosa è andata storta e l'album non è mai uscito. Per me quel progetto era molto importante ma non c'è stato più nulla da fare, la delusione è stata troppo grande e ho mollato tutto. Dopo un periodo molto buio per me ho fatto una inversione a U, ho lasciato casa e lavori da musicista professionista e mi sono trasferito in Toscana, per seguire il mio sogno di bambino, quello di lavorare coi cavalli, e ho ricominciato da zero prima come guida nei trail, lavorando in Botswana, in Wyoming, in Sud Africa, poi è arrivata la scoperta dei cavalli scalzi e la musica è ritornata nella mia vita". Nell'album sono presenti collaborazioni con musicisti affermati, da Enrico Matta dei Subsonica a Pippo Monaro, Ryan Boesch degli Eels, Stefano Cabrera del Gnu Quartet e Jennifer Batten, chitarrista di Michael Jackson.
"Non smetterò mai di sferrare i cavalli e di suonare e scrivere nuova musica – racconta Marco – sono due metà di me di cui adesso non posso più fare a meno".