La storia di Alice Neri, uccisa e bruciata: cosa sappiamo sul movente e il processo contro Gaaloul
Il processo per l'omicidio di Alice Neri, la donna di 32 anni trovata morta nella sua auto carbonizzata il 18 novembre 2022 nelle campagne di Concordia, è iniziato poche settimane fa, il 7 febbraio scorso. Il principale sospettato resta il 29enne Mohamed Gaaloul, tornato in Italia dopo l'arresto in Francia e sottoposto a custodia in carcere con una serie di prove a suo carico: stando a quanto ricostruito negli ultimi mesi di indagini, infatti, il 29enne sarebbe stato l'ultimo a vedere la giovane donna in vita. Le telecamere dello Smart Cafè, locale in cui Neri ha trascorso le ultime ore prima di morire, lo hanno ripreso mentre saliva a bordo dell'auto della 32enne.
L'accusa nei suoi confronti è quella di omicidio volontario aggravato e distruzione di cadavere. Secondo chi indaga, infatti, il movente alla base dell'omicidio sarebbe legato a un tentativo di violenza sessuale.
Per capire quanto successo nelle ultime settimane e gli sviluppi di un'indagine che appare complicata, bisogna però fare un passo indietro e tornare alle ultime ore di Alice Neri, poco prima del ritrovamento del cadavere nell'auto carbonizzata.
Il ritrovamento del corpo di Alice Neri
La sera del 18 novembre 2022 viene ritrovato nel baule di un'auto carbonizzata nelle campagne di Concordia il corpo di una giovane donna. Per avere l'ufficialità sull'identità della vittima, gli inquirenti hanno lavorato per giorni, ma alla fine viene confermato il nome di Alice Neri, donna scomparsa circa 24 ore prima.
Il marito, Nicholas Negrini, aveva sporto denuncia alle forze dell'ordine, spiegando che Alice non era mai rientrata dall'aperitivo con le amiche. Tramite indagini si scopre che l'ultimo a vederla viva era stato il collega Marco Cuccui con il quale la donna aveva trascorso sette ore seduta al tavolo dello Smart Cafè di Concordia. Negrini e Cuccui vengono iscritti nel registro degli indagati per un atto dovuto e gli accertamenti si concentrano tutti sul locale dove la 32enne aveva trascorso la serata del 17 novembre 2022.
Le indagini e le testimonianze del marito e del collega
Gli inquirenti capiscono subito che Alice aveva raccontato al compagno alcune bugie sulla sua uscita del 17 novembre. La donna, infatti, aveva detto a Negrini che avrebbe visto un'amica e non aveva mai citato il nome del collega sardo con il quale scambiava abitualmente messaggi.
Il pomeriggio della scomparsa, Alice è rientrata a casa dal lavoro intorno alle 18.30. Appena tornata a casa, annuncia al marito di dover uscire per incontrare l'amica e si chiude alle spalle la porta dell'appartamento senza cambiarsi.
Alle 19.45, la donna raggiunge lo Smart Cafè e qui aspetta il collega Marco per circa 10 minuti. Alcuni testimoni hanno riferito di averla vista parlare tranquillamente al telefono fino all'arrivo dell'amico. Con lui, Alice trascorre circa 6 ore scherzando serenamente fino alle 2 del mattino.
Il collega di lavoro ha poi riferito agli inquirenti di averla lasciata nel parcheggio del bar dopo la chiusura. Prima di ripartire a bordo della sua auto, Cuccui le chiede di inviargli un messaggio appena arrivata a casa. Alle 2.30, le telecamere della zona riprendono l'auto dell'uomo svoltare a destra in prossimità del semaforo mentre, 10 minuti dopo, la stessa videocamera ha immortalato la macchina di Alice svoltare nella direzione opposta.
I filmati delle telecamere sono tutto quello che resta pubblico per mesi. Le indagini sembrano brancolare nel buio fino a quando spunta l'ipotesi di un"terzo uomo", qualcuno che Alice potrebbe aver incontrato dopo aver salutato l'amico. Soltanto quando viene reso noto il nome di Mohamed Gaaloul, la stampa apprende che le videocamere dello Smart Cafè avevano ripreso il 29enne salire a bordo dell'auto della vittima.
Stando a quando ricostruito, i due hanno fatto il giro del locale in macchina per poi fermarsi sul retro per almeno un'ora e ripartire verso le campagne di Concordia, lì dove il cadavere è stato ritrovato.
Le prove contro Mohamed Gaaloul e l'arresto
La testimonianza del collega di Alice sarebbe stata fondamentale per arrivare al nome del 29enne tunisino. L'uomo ha riferito agli inquirenti che la 32enne avrebbe dovuto incontrare un'altra persona la sera della scomparsa. Un'ex collega di lavoro che la donna aveva conosciuto in un'altra azienda. Profilo che sembrerebbe coincidere proprio con quello di Gaaloul che nella serata del 17 novembre era stato ripreso più volte nel parcheggio dello Smart Cafè e nella sala slot adiacente al bar. Ad incastrarlo, i filmati nei quali il 29enne si avvicina all'auto della donna e sale a bordo della vettura.
Alla stampa, l'uomo sottolinea di aver chiesto un passaggio a una "signora bionda" e di non conoscere la donna che gli aveva aperto la portiera della macchina. Ai giornalisti del Resto del Carlino dice inoltre di trovarsi all'estero, ma di essere pronto a tornare in Italia per spiegare la situazione. Da quell'intervista sono trascorse alcune settimane prima dell'arresto in Francia.
Prima dell'arresto, la moglie di Gaaloul aveva riferito di essere stata allo Smart Cafè con lui la sera del delitto. Solo dopo il fermo la donna ritratta la versione fornita ai media, asserendo di non essere mai stata nel bar della scomparsa ma di aver visto rientrare il marito in bici. Pochi giorni dopo, la moglie di Gaaloul aveva detto di aver salutato il 29enne che le aveva detto di dover partire per lavoro, senza fornire ulteriori spiegazioni.
Il sospetto tentativo di violenza sessuale
Gaaloul ha accettato di essere estradato in Italia dopo l'arresto in Francia, rifiutandosi di rispondere alle domande delle autorità parigine. L'avvocato del 29enne, Roberto Ghini, ha assicurato che il giovane si trovava all'estero per motivi di lavoro e che non aveva intenzione di fuggire.
Il movente, secondo gli inquirenti, sarebbe da ricercare in una tentata violenza sessuale ai danni della giovane. Dopo essere salito sull'auto di Alice Neri ed averla guidata presso le campagne di Concordia, infatti, il 29enne avrebbe cercato di abusare di lei per poi ucciderla e dare alle fiamme il corpo nel tentativo di non farlo più trovare.
Gaaloul è attualmente l'unico sospettato per il delitto: il collega sardo di Alice Neri, infatti, è stato subito escluso dalle indagini dopo la sua testimonianza sulle ultime ore dell'amica mentre il marito della vittima, Nicholas Negrini, risultava indagato solo come atto dovuto ma era stato subito escluso dall'inchiesta per l'omicidio.
Il processo contro Gaaloul accusato di omicidio e distruzione di cadavere
Si è aperto quindi il 7 febbraio 2024 il processo nei confronti di Gaaloul, il 29enne accusato di aver ucciso Alice Neri e di essere poi fuggito all'estero per evitare l'arresto. Secondo chi si occupa del caso, il giovane avrebbe goduto dell'alibi fornito dalla moglie, la donna che per prima aveva raccontato alla stampa e agli inquirenti versioni dei fatti discordanti.
Secondo l'accusa, Gaaloul aveva incontrato Alice Neri nel parcheggio dello Smart Cafè intorno alle 2 di notte. Da qui, i due erano saliti in auto alla volta delle campagne di Concordia dove poi è stato ritrovato il corpo della 32enne. Dopo un tentativo di violenza sessuale, Gaaloul avrebbe ucciso Alice e poi dato alle fiamme il corpo per depistare le indagini. Qualche giorno dopo si è allontanato per fuggire all'estero.
Fin da subito, l'uomo è stato sottoposto alla custodia cautelare in carcere per via del pericolo di fuga e inquinamento delle prove. Secondo la difesa, vi sarebbero robusti elementi di prova contro Gaaloul, unico a processo per la morte della 32enne. Nonostante il quadro accusatorio definito forte e coerente, il 29enne ha continuato a dichiararsi innocente, sostenendo di non conoscere Alice Neri e di aver solo accettato un passaggio mentre tornava a casa.
Le parole della famiglia di Alice Neri
Dopo un lungo periodo di silenzio per osservare il prosieguo delle indagini, anche la mamma di Alice Neri è tornata ad esprimersi su quanto accaduto alla figlia. "Tutti gli indizi principali – ha raccontato in un'intervista a Fanpage.it – portano a Gaaloul. È innegabile che sia l'ultimo ad averla vista viva e che si è nascosto dietro a un sacco di menzogne, ha dato tante versioni discordanti. Non sono nessuno per dire con certezza che abbia agito da solo".
La mamma della vittima continua a mantenere ottimi rapporti con Nicholas Negrini, marito di Alice e padre di sua figlia. Con la nipote, infatti, la nonna continua ad avere rapporti regolari. "Spesso le parlo di sua madre e le indico le sue foto alle pareti – ha raccontato la donna -. Quando una ragazza decide di passare la serata con un uomo, quest'ultimo torna sempre a casa sano e salvo. Perché una donna deve avere paura? Perché non può aspettarsi lo stesso? Non è a mia figlia che bisognerebbe fare il processo".