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La storia di Alì e Aliaa, “Giulietta e Romeo” nel Cie di Roma

La storia di due “clandestini tunisini” che vivono nel Cie di Roma con il terrore del rimpatrio: i parenti in patria si sono sempre opposti al loro matrimonio.
A cura di Redazione
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A raccontare la vicenda è Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria per la promozione e la tutela dei diritti umani del Senato, nell'annunciare la sua visita al Cie di Ponte Galeria a Roma: "Segnalerò tra le tante, la vicenda di Alì e Aliaa. Sono marito e moglie e i loro compagni li chiamano Giulietta e Romeo". Infatti, continua Manconi, "lunedì scorso Aliaa ha tentato di suicidarsi, terrorizzata dal possibile rimpatrio in Tunisia dove ad attenderla ci saranno i suoi fratelli contrari al suo matrimonio. Aliaa sul proprio corpo porta i segni di quell'ostilità: una grande cicatrice sull'avambraccio destro".

Ora la ragazza sta bene, ma è evidente che la sua vicenda sia emblematica delle tante contraddizioni del "sistema Cie" e soprattutto del percorso di integrazione / immigrazione che abbiamo costruito negli ultimi anni. Continua Manconi: "La loro storia, e la loro paura del rimpatrio, meritano un'attenzione particolare, una protezione e una tranquillità che non possono trovare all'interno del Cie. Ed è comunque intenzione del Governo di ridurre i tempi, oggi abnormi, di permanenza nei Cie; e la disponibilità del ministro della Giustizia a modificare quella norma che attribuisce la convalida del trattenimento, una delicatissima decisione in materia di libertà personale, al giudice di pace". Quanto ad Alì e Aliaa, poi un auspicio: "Sarebbe opportuno che la questura concedesse loro un permesso di soggiorno per ragioni umanitarie".

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