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La storia di Alessandro a 3 anni in carcere con la madre: “Un trauma che mi perseguita”

A Palazzo di Città a Torino ha raccontato i drammatici periodi di tempo trascorsi in carcere con la madre, arrestata nel 1975 e condotta in cella. “Un trauma che ti porti per sempre, basta bimbi in cella”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Era il 1975 quando i genitori di Alessandro, oggi 50enne, sono stati arrestati e condotti in carcere. All'epoca lui aveva tre anni e mezzo ed è stato allontanato dalla famiglia insieme al fratello. All'età di 50 anni ha trovato la forza di raccontarsi a Palazzo di Città, dove è stata presentata a Torino la campagna "Madri fuori" su iniziativa della garante dei detenuti Monica Gallo che, in occasione della festa della mamma, ha voluto sollevare il tema delle donne detenute con i figli.

Il racconto è stato riportato dal quotidiano La Repubblica. "La realtà è che tutti i bambini che hanno vissuto in carcere sono così traumatizzati che passeranno la vita a flagellarsi. Sogneranno spesso la prigionia e sobbalzeranno quando il rumore di una serratura chiuderà la porta di una cantina" ha continuato il 50enne.

"In pochi istanti io e mio fratello ci trovammo in custodia a persone sconosciute. Ci portarono in orfanotrofio e avevamo paura, eravamo convinti che mamma e papà fossero morti. Pensavamo che la causa di tutto quello fosse il fatto di aver nascosto una bicicletta. Fino a quando non sono andato a trovare mia madre, ero convinto che mi portassero al cimitero".

Alessandro ha raccontato tutti i dettagli di quel giorno: un muro alto e protetto con i mitra, la mamma in cima a una scala e una guardia fuori dalla porta.

"Piangeva – ha ricordato – ed era tutto straziante. Mi fu concesso di andare in carcere con lei solo dopo per un breve periodo di tempo". "Dormivo su una branda come i carcerati, ricordo ancora gli odori, i rumori, lo spazio stretto e il fatto che non potevo correre. Mio fratello è rimasto fuori, veniva a trovarci e poi tornava in orfanotrofio".

"Nel 1975 non c'era la possibilità di restare e crescere con la mamma come ora. C'erano solo periodi più o meno lunghi. Scrivevo le domande per il sopravvitto e per poter fare la doccia. Mia mamma le spacciava per un gioco, come chiedere un regalo a Gesù bambino per una doccia calda e più cibo". Due anni sono trascorsi così, prima che i genitori di Alessandro fossero rilasciati e prosciolti da tutte le accuse.

"Invece di superare lo scandalo delle madri in carcere con i figli – ha sottolineato Monica Gallo, garante dei detenuti – il Parlamento ha rilanciato la proposta di togliere la responsabilità genitoriale alle donne condannate in via definitiva per oltre 5 anni. Si tratta di una nuova violazione dei diritti".

La Regione Piemonte sta invece lavorando al superamento delle sbarre e ha aperto un bando di avviso pubblico per enti gestori di comunità che vogliono ospitare le donne carcerate con i bambini.

"È una formula più flessibile – ha ribadito il garante regionale Bruno Mellano – per rispondere a esigenze diverse. È stata creata una cabina di regia di cui fanno parte anche il Prap, centro di giustizia minorile, e l'Uepe, l'ufficio della magistratura per le esecuzioni penali, per affrontare i singoli casi delle madri detenute".

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