Quando un'abitudine, seppur cattiva, diventa diffusa per un perverso principio di popolarità viene scambiata per normalità. La resistenza all'odio che gocciola in rete è una pratica estenuante e faticosa ma necessaria: sulla questione dei rifugiati, ad esempio, negli ultimi anni è stata sdoganata una volgarità continua e piena di bile che fiorisce sulle bacheche di facebook o nei commenti online e la moltiplicazione di schizzi d'odio ha generato una certa arrendevolezza. Per questo la storia di Siria Trezzi, sindaca di Cinisello Balsamo, va raccontata anche se a prima vista sembra solo una reazione normale: ogni tanto dobbiamo impegnarci a imporla, la normalità.
Siria Trezzi ha deciso di dire basta. Vittima da sempre di odiatori seriali per la sua scelta di accogliere rifugiati nel proprio comune oggi Siria ha deciso di prendere "carta e penna" e denunciare. Sulla sua bacheca qualcuna ha scritto:
"Ringraziamo quella grandissima p… della sindaca Trezzi. Che venga violentata dai negri, così vediamo se li vuole ancora. Siamo già invasi da zingari neri che chiedono l'elemosina gente che ti scippa nel centro della città"
Lei ha deciso di rendere pubblico il post e di denunciare l'autore: "E’ già successo altre volte in precedenza, ma questa volta non voglio più fare finta di nulla – ha scritto la sindaca sulla sua pagina facebook -. Ho deciso dunque di pubblicare dalla mia pagina il commento (ora rimosso) di questa persona che, commentando un post dedicato all’accoglienza a Cinisello Balsamo, si augura che io venga violentata. Si può essere in disaccordo con le scelte politiche e amministrative, avere visioni diverse della società, ma sono convinta che ci siano dei limiti che non debbano essere oltrepassati ed ho deciso di procedere anche in sede legale".
Il commentatore (come spesso accade) ha vigliaccamente provato a cancellare il proprio scritto, ma ormai era troppo tardi. A Siria Trezzi è arrivata solidarietà da più fronti (e abbia anche la mia) e a chi l'accusa di "avere alzato il polverone per fare la vittima" ha risposto di essere nel ruolo di dovere comprendere il malcontento ma non l'odio. E vale la pena ripeterlo, di questi giorni.