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La Spezia, proteste per zona rossa nel Quartiere Umbertino: “Covid non legge i nomi delle strade”

“Tutta La Spezia è zona rossa. Basta razzismo”, scrivono gli abitanti del Quartiere Umbertino a La Spezia. In questa zona della città ligure, famosa per il suo carattere multietnico, con un’ordinanza regionale si sono imposte misure più rigide, una sorta di mini zona rossa, provocando le proteste dei residenti.
A cura di Annalisa Girardi
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Immagine di repertorio.
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"Il Covid-19 non sa leggere il nome delle strade": cartelli come questo sono stati appesi nelle ultime ore per le strade di La Spezia, in protesta contro l'ordinanza regionale che ha imposto la zona rossa nel Quartiere Umbertino della città. Nella zona, famosa per il suo aspetto multietnico, si registrano il maggior numero di contagi e il governo regionale ha deciso di attivare delle misure di lockdown più severe rispetto ad altre aree della città ligure, scatenando così le proteste dei residenti. Che hanno tappezzato le strade del Quartiere Umbertino di cartelli: "Tutta La Spezia è zona rossa. Basta razzismo", hanno scritto traducendo il messaggio in diverse lingue.

A La Spezia i contagi crescono in modo allarmante. I nuovi casi, nell'ultimo bollettino, sono stati 88, rendendo la città seconda solo a Napoli e Roma, dove però vivono qualche milioni di abitanti in più. La Spezia ne conta 92 mila, di cui quasi mille positivi al coronavirus nelle ultime due settimane. Nel Quartiere Umbertino, per evitare che l'infezione si diffonda a macchia d'olio, è stato imposto il divieto di assembramento. Una sorte di coprifuoco. Mentre a pochi passi la vita scorre regolarmente, anche se sempre con mascherine e distanziamento. "Nell’area in questione è impossibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di 1 metro", spiega il Comune, giustificando le misure più rigide.

L'area sarebbe "a particolare criticità", per cui è consentito solo il transito. Sostare è vietato. "Quando va male serve un capro espiatorio", commenta Ana Ortiz, rappresentante della comunità dominicana. Che accusa: "Il sindaco ha fatto la zona rossa, anche se non vuole chiamarla così, dicendo che noi “facciamo festa ogni sera”. Una bugia. Ma la festa più grande, quella per il calcio, l’ha organizzata lui. Basta vedere le date dell’aumento dei casi per capire che dopo quella notte si è andati progressione". Quando la squadra di calcio della città è stata promossa in serie A, i festeggiamenti non avrebbero tenuto conto delle regole anti-contagio. E proprio da quel giorno si sarebbe registrata l'impennata. Ma invece si sarebbe preferito puntare il dito contro un unico quartiere.

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