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La sorella di una vittima del killer Passalacqua: “Uccise mio fratello ed era già libero, la legge dov’è?”

“Come si può mettere fuori una persona così? Ma la legge dov’è?”, ha detto in un’intervista Maria Montaspro, sorella di Mario, una delle vittime del 55enne Francesco Passalacqua, il ‘serial killer della Riviera dei Cedri’. L’uomo è stato arrestato alcuni giorni fa per aver tentato di uccidere a coltellate un agricoltore di 65 anni di Tolè, frazione di Vergato, nel Bolognese. Condannato all’ergastolo nel 1997, era in libertà vigilata.
A cura di Eleonora Panseri
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A destra, Francesco Passalacqua in una foto degli anni '90
A destra, Francesco Passalacqua in una foto degli anni '90

"Come si può mettere fuori una persona così? Ma la legge dov'è? Io non ci credo più. Mio fratello non me lo ridà nessuno, però voglio giustizia. Il mio è un appello alla magistratura". A parlare è Maria Montaspro, la sorella di una delle vittime del 55enne Francesco Passalacqua, il ‘serial killer della Riviera dei Cedri'. L'uomo è stato arrestato alcuni giorni fa per aver tentato di uccidere a coltellate un agricoltore di 65 anni di Tolè, frazione di Vergato, nel Bolognese.

Passalacqua era stato condannato all'ergastolo nel 1997 per tre precedenti omicidi e si trovava in libertà vigilata. Nella mattinata di mercoledì 10 gennaio il giudice per l'indagine preliminare Domenico Trippa ha convalidato il fermo eseguito dai carabinieri e ora il 55enne si trova in carcere a Bologna. "Ha detto di ricordare poco e niente. È ancora in stato confusionale, annebbiato» racconta il suo legale, l'avvocato Vincenzo De Franco. Accanto a lui c’è la figlia dell’indagato che aggiunge: "Vedremo l’esito delle indagini e se riuscirà a spiegare i motivi al pubblico ministero. Il fatto è anomalo, ci sono profili di irrazionalità nel movente. Pare non si conoscessero".

Mario, fratello di Maria, è la prima vittima di Passalacqua, era autotrasportatore di 45 anni ucciso in concorso con un’altra persona nel 1992 con un massetto in cemento, che si usa come base per gli ombrelloni, per rubargli i soldi visti nel portafoglio. La donna, intervistata dal sito calnews.it, ha reagito con sgomento alle notizie rimbalzate dall’Appennino bolognese. «Non voglio camminare per strada e trovarmi davanti l’assassino di mio fratello. Massima solidarietà al contadino aggredito a Bologna, per fortuna è stato pronto a difendersi».

Tre anni fa anche il sindaco di Vergato, Giuseppe Argentieri, aveva sollevato forti dubbi sulla decisione del tribunale di Sorveglianza di Genova di riconoscere la buona condotta a Passalacqua e scarcerarlo con obbligo di firma nella caserma dei carabinieri del comune dove era ospitato, alla casa accoglienza all’interno di una canonica di un paese.

Le perplessità di Argentieri sono gli stessi di Felice Spingola, l’ex sindaco di Verbicaro, ai piedi del Pollino dove nel 1997 Passalacqua uccise due persone: "La sua scarcerazione ci aveva sconcertato. Anche se, mancando ora due anni all’espiazione della pena, un reinserimento poteva starci, ci sembra sia stato lasciato troppo libero di agire. Un serial killer conclamato che non è stato adeguatamente seguito".

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