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Omicidio Giulia Cecchettin

Niente crudeltà per Turetta, Elena Cecchettin: “Se un’altra donna morirà per 75 coltellate saremmo responsabili”

Elena Cecchettin, sorella di Giulia uccisa con 75 coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta attualmente all’ergastolo, si è espressa sulle motivazioni dei giudici per il mancato riconoscimento dell’aggravante di crudeltà. “Non c’è rispetto della vita umana e della vita di una donna”
A cura di Gabriella Mazzeo
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È stato condannato all'ergastolo Filippo Turetta, il 22enne che hasequestrato e ucciso l'ex fidanzata Giulia Cecchettin pochi giorni prima della discussione della tesi. Per i giudici, però, le 75 coltellate inferte con violenza dallo studente alla vittima non costituiscono l'aggravante di crudeltà. La Corte d'Assisa di Venezia le ha definite "inesperienza" e la scelta ha innescato un intenso dibattito. Alle motivazioni della sentenza ha risposto anche Elena Cecchettin, sorella della 22enne uccisa a Vigonovo.

"Se nemmeno un numero di coltellate così elevato viene considerato crudeltà e viene definito ‘inesperienza', abbiamo un problema – scrive nelle sue storie Instagram -. Perché se una persona che stila una lista operativa su come uccidere una persona per poi compierla diligentemente, riesce a fuggire dalle forze dell'ordine per una settimana per poi essere catturato solo nel momento in cui si ferma autonomamente è ‘inesperto', allora si può dire chiaramente che non ci importa della vita umana, della vita di una donna".

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"Se non iniziamo a prendere sul serio la questione, tutto ciò che è stato detto su Giulia, che doveva essere l'ultima, sono solo parole al vento – ha continuato Elena Cecchettin nelle sue storie social -. Sì, fa la differenza riconoscere le aggravanti perché vuol dire che la violenza di genere non è presente solo dove è presente il coltello o il pugno, ma molto prima. Significa che abbiamo tempo per prevenire gli esiti peggiori. Sapete cosa ha ucciso mia sorella? Non solo una mano violente, ma la giustificazione e il menefreghismo per gli stadi di violenza che anticipano il femminicidio".

"Una sentenza simile con motivazioni simili in un momento storico come quello che stiamo vivendo non solo è pericolosa, ma segna un terribile precedente. E come ultima cosa vorrei dire che la giustizia non ha solo un ruolo di chiarimento del passato ma anche di prevenzione del futuro. Se una persona si sentirà autorizzata ad accoltellare un'altra persona 75 volte perché sa che questo fatto non costituisce crudeltà per la giustizia italiana e per tanto non avrà questa aggravante riconosciuta, dovremmo ritenerci responsabili di averlo fatto accadere".

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