La società di bioplastiche Bio-on nella bufera: 150 milioni sequestrati, presidente arrestato
Vertici dell’azienda nei guai, beni per 150 milioni di euro sotto sequestro e decine di perquisizioni in diverse regioni italiane. Bufera su una importante società bolognese, la Bio-on, quotata in Borsa e operante nel settore delle bioplastiche. False comunicazioni sociali da parte di una società quotata e manipolazione del mercato sono le accuse nei confronti dei vertici della Bio-on. Tre le misure cautelari personali emesse dal Gip di Bologna che la Guardia di Finanza sta eseguendo nei confronti di altrettanti soggetti. L’operazione, che è stata rinominata “Plastic Bubbles”, era partita nei mesi scorsi. Agli arresti domiciliari finisce il presidente del consiglio di amministrazione di Bio-on, Marco Astorri; il vicepresidente, Guido Cicognani e il presidente del collegio sindacale, Gianfranco Capodaglio, sono destinatari di due misure cautelari interdittive del divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche. In tutto sono indagate 9 persone, fra amministratori, sindaci, direttore finanziario e revisore.
Bio-on, sequestrati 150 milioni e perquisizioni
Disposto anche il sequestro di beni per complessivi 150 milioni di euro, pari al valore del profitto dei reati commessi. I finanzieri del Comando provinciale di Bologna stanno eseguendo diverse perquisizioni in Emilia Romagna, Lazio e Lombardia. Dopo che la procura di Bologna ha emesso le misure cautelari nei confronti del gruppo e dei suoi vertici Borsa Italiana ha annunciato che i titoli di Bio-on sono sospesi dalle negoziazioni e che seguiranno comunicazioni.
Il caso Quintessential scoppiato alla fine di luglio
La società bolognese Bio-on, che concede in licenza e produce bioplastiche innovative, era stata al centro di un caso a fine luglio quando il titolo crollò dopo la pubblicazione del report da parte del fondo americano Quintessential che mise in dubbio l'assetto societario e il prodotto dell'azienda con sede a Castel San Pietro Terme. Nel dossier l’azienda veniva accusata di essere “una nuova Parmalat a Bologna”, si parlava inoltre di un “castello di carte” e di uno “schema concepito dal management per arricchirsi alle spalle degli azionisti”. Dal canto suo la società guidata da Marco Astorri smentendo il report presentò denuncia contro il fondo americano.
La vicenda di Bio-on rischia di trasformarsi in un nuovo caso di ‘risparmio tradito', con oltre un miliardo di euro di capitalizzazione bruciata da quando il Fondo Quintessential ha accusato la società di fondarsi su un modello di business vuoto e truffaldino. Il Siti, Sindacato Italiano per la Tutela dell'Investimento e del risparmio di Milano, in una nota, "chiama a raccolta tutti gli azionisti (e gli ex azionisti che siano usciti in grave perdita) al fine di consentire loro di usufruire della propria iniziativa di tutela, tesa alla costituzione di parte civile nel procedimento penale per il risarcimento del danno, e delle ulteriori iniziative che sarà necessario adottare per salvaguardare, per quanto possibile, il proprio investimento ed al contempo, se possibile, il futuro della società”. Il 9 luglio del 2018 il titolo Bio-on è arrivato a toccare i 70 euro, il suo massimo di sempre, attribuendo alla società una capitalizzazione ‘monstre' di 1,3 miliardi, tutta fondata sulle prospettive future della società e delle sue bioplastiche. Prima della sospensione disposta da Borsa Italiana, il titolo era già crollato a 10,4 euro, e il valore della società a poco meno di 200 milioni.