Indossa una maglietta bianca, pantaloni neri e un cappellino giallorosso con visiera e uno zaino sulle spalle. La bandiera del Venezuela intorno alle spalle come un ampio scialle. Dalle immagini non si coglie l'età ma certo non è una ragazzina: la donna che ieri a Caracas ha bloccato un blindato della Guardia Nazionale Boliviana mentre tutto intorno volavano i sassi e si consumavano i lacrimogeni è la metafora della forza che non si può arrestare, nemmeno in democrazie così instabili com'è quella del presidente Maduro in Venezuela.
Ieri in Venezuela è stata un'altra giornata di proteste contro il governo, "la madre di tutte le manifestazioni" l'hanno chiamata gli organizzatori: l'anniversario dell'indipendenza nazionale si è trasformato in uno scontro politico con i sostenitori di Maduro che si sono ritrovati nella principale di Caracas mentre la strategia dell'opposizione prevedeva punti di ritrovo in diversi punti della città per favorire tutte le diverse classi sociali, nonostante gli "ostacoli" governativi come le venti stazioni della metropolitana che sono state chiuse ufficialmente per "motivi di sicurezza".
Come al solito le stragrande maggioranza dei media venezuelani (controllati da Maduro) hanno mostrato solo le immagini dei manifestanti lealisti che inneggiavano al governo tralasciando invece i cortei di protesta. E i morti: secondo la Bbc sarebbero almeno due i manifestanti uccisi begli scontro con l'esercito venezuelano (un 17enne morto a Caracas e una donna di 23 anni uccisa a San Cristobal). Un uomo della Guardia Nazionale invece sarebbe stato ucciso nella zona sud della capitale.
Il Forum penale venezuelano (un’associazione non governativa di avvocati che si occupa di tutela dei diritti umani) ha dichiarato che dall'inizio delle proteste almeno 1.000 persone sono state fermate dalla polizia mentre solo ieri sarebbero almeno 30 (come confermato in serata anche dallo stesso presidente Maduro). L'economia del Paese sta affrontando da tempo una grossa crisi e secondo il Fondo Monetario Internazionale proprio in questi giorni il tasso di disoccupazione supererà il 25%. Almeno 146 persone (tra cui anche importanti leader politici) sarebbero in arresto per "motivi politici" e ormai anche la violenza della protesta sta segnando una preoccupante ascesa in tutta la nazione: finora due morti tra i manifestanti e uno tra gli agenti.
Poi c'è lei, quella donna che fissa negli occhi il blindato dai buchi del mitragliatore. A un certo punto l'autista le lancia perfino qualcosa addosso. Ma lei sta dritta, dritta come stanno diritte le persone, anche se in pericolo, quando sono convinte di essere dalla parte della ragione. E quei secondi in cui tutto intorno sembra fermarsi. E quel gesto che, seppur minuscolo, in queste ore sta facendo il giro del mondo.