La sedicenne di Trento ha abortito
I genitori le avevano imposto l’aborto portandola in tribunale, ma, alla fine, la sedicenne ha scelto da sé, rinunciando al suo bambino. Il caso aveva scosso Trento, rimettendo in discussione anche le basi su cui si fondava la tanto combattuta legge 194: se trent’anni fa erano i genitori ad opporsi all’aborto, il caso della sedicenne di Trento denota l’inversione di tendenza. La ragazza non voleva rinunciare al suo bambino, e i genitori avevano scelto di portare il caso in tribunale, spingendo il giudice ad imporre l’aborto. Brevemente, però, la questione passava ai servizi sociali, in quanto non può diventare un dovere ciò che è, fondamentalmente, un diritto. Eppure, infine, la sedicenne ha scelto da sé, rinunciando alla gravidanza.
I genitori della ragazzina, di cui non sono stati forniti dati per questione di privacy, l'avevano supplicata: non poteva tenere quel bambino, non con un fidanzato così violento, un ragazzino albanese di cui nessuno, in paese, sapeva qualcosa di concreto. Anzi, le uniche informazioni di cui si discorreva, abitualmente, riguardavano la cattiva condotta del coetaneo: violento, aveva picchiato spesso la fidanzata, come testimoniavano i lividi presenti sul corpo, ma il ragazzino albanese aveva anche piccoli precedenti con la giustizia. La giovane coppia, inoltre, aveva vissuto lo stesso episodio un anno fa: la ragazza aveva quindici anni ed era incinta. Anche in quel caso i genitori faticarono, e non poco, per convincerla a prendere la pillola abortiva. Si viene a sapere, inoltre, che la sedicenne ha anche messo fine alla sua relazione con il ragazzo albanese. Questi avrebbe accettato una somma di denaro dai genitori della ragazza per allontanarsi definitivamente.