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La salute più a rischio al Sud, a denunciarlo l’istituto tumori Pascale di Napoli

Per Tonino Pedicini, direttore generale dell’Istituto tumori Pascale di Napoli, il rimedio è uno solo: “Aumentare l’offerta sanitaria pubblica” e destinare più fondi al Sud e alla salute.
A cura di Daniela Caruso
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Tonino Pedicini

Secondo il direttore generale dell'Istituto tumori Pascale di Napoli, Tonino Pedicini, "tra sud e il centro nord c'è un divario nell'accesso alle cure" e che, pertanto, la salute dei cittadini che vivono nelle regioni del Sud è maggiormente a rischio. In base a queste considerazioni, un ammalato di tumore del Meridione, che riesce a sperare la fase acuta, ha il 5% in meno di aspettative in meno di vita, rispetto a un altro paziente colpito dalla stessa malattia che vive al Nord. Il direttore generale dell'istituto tumori lo ha rivelato alla conferena del collegio degli oncologi medici universitari.

Diagnosi in ritardo, pochi programmi di prevenzione e screening e minore accesso alle cure: ciò deriverebbe, fondamentalmente, dalle "gravi carenze di servizi della sanità pubblica". Un esempio che a ricollegarsi alla questione, di recente attuazione, è la messa a carico dell'assistito degli esami radiologici perchè i fondi regionali dedicati allo scopo sono terminati. TCiò va a inficiare su una diagnosi tempestiva che permette di curare il tumore sul nascere.

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