La salma di Matteo Messina Denaro a Castelvetrano: nessun funerale, al cimitero la figlia e i fratelli
Sono le prime ore del giorno di mercoledì 27 settembre 2023, due giorni dopo la morte di Matteo Messina Denaro, quando l’ultimo boss sanguinario d’Italia, l’ultimo dei corleonesi, torna nella "sua" Castelvetrano.
Dopo aver vissuto gli ultimi giorni in terapia intensiva e dopo essere entrato in coma irreversibile, il boss è deceduto all'Aquila con al suo capezzale la figlia Lorenza che da poco ha preso il suo cognome e la nipote, nonché avvocato, Lorenza Guttadauro.
Dopo l’autopsia, svolta intorno ieri 26 settembre e durata circa 4 ore, intorno alle ore 19.00 la bara del boss, scortata dagli uomini del Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria, è partita dall’Aquila, città dove Messina Denaro era detenuto al 41 bis, alla volta del cimitero di Castelvetrano, sua terra natale, dove è arrivata questa mattina alle 8,10 per essere tumulata all’interno della cappella di famiglia intestata a Francesco Messina Denaro, padre di Matteo e anche lui capo-mafia del posto trovato morto nelle campagne mentre era ancora anch’egli latitante.
Un lungo viaggio quello di Matteo Messina Denaro per arrivare dall’Aquila a Castelvetrano durato circa 12 ore. La nipote avvocato Lorenza Guttadauro e la figlia del boss Lorenza Alagna sono arrivate insieme in Sicilia dietro al capomafia.
Cimitero off-limits, blindato da numerose forze dell’ordine ed all’esterno solo i tanti giornalisti accorsi per documentare l’arrivo della salma mentre all’interno i familiari più stretti di Messina Denaro, tra cui la stessa figlia, la nipote avvocato, le due sorelle, il fratello. Nessuna cerimonia, nessuna benedizione, solamente la tumulazione all’interno della cappella. Il fratello Salvatore, entrato nel cimitero dietro al carro funebre, aveva in mano un mazzo di margherite gialle.
Terminata la tumulazione, durata pochi minuti, i familiari sono usciti in corteo: alcuni a piedi, altri in auto. Qualcuno si è coperto il volto nel tentativo di non farsi riprendere dalle telecamere.
Il Questore di Trapani aveva vietato funerali pubblici mentre la chiesa quelli religiosi fermo restando che il boss, in dei “pizzini” recuperati dai ROS, aveva scritto che al suo decesso non avrebbe voluto alcuna cerimonia religiosa in quanto fatta da uomini immondi e corrotti.
L’ex super latitante era stato arrestato lo scorso 16 gennaio a Palermo nei pressi della Clinica “La Maddalena”. Messina Denaro si trovava lì per visite e cure di routine dovute al fatto che nel 2020 era stato colpito da un tumore al colon, che poi si è dimostrato essere la causa, non solo del suo indebolimento come latitante, ma anche della sua morte.