La richiesta dei terremotati al governo: un reddito di 800 euro al mese e niente tasse
Da un "reddito di cratere" alle agevolazioni fiscali per le aziende che assumono terremotati, passando per il potenziamento del servizio di supporto psicologico alle popolazioni colpite dai terremoti del 2016 e gennaio 2017 e per una norma che tuteli coloro che, in attesa di ricevere una "casetta", si sono auto organizzati costruendone una su un terreno privato, come nel caso di "nonna Peppina". Sono alcune delle proposte presentate ieri in Senato dal coordinamento dei comitati Terremoto Centro Italia, gruppo costituito da 106 comitati dislocati in tutto il "cratere" delle quattro regioni colpite dai sismi dell'agosto e ottobre 2016 e gennaio 2017. Comitati che in questi 22 mesi dalla prima scossa di terremoto, quella che ha distrutto Amatrice, Arquata del Tronto e Accumoli, hanno contestato talvolta vivacemente la gestione dei precedenti governi, a partire dalle lentezze burocratiche. Comitati che, però, nelle scorse settimane hanno tenuto un convegno al quale hanno partecipato tutte le forze politiche, sindacali e le parti sociali presentando una serie di proposte consegnate al nuovo governo, che avrebbe mostrato apertura e disponibilità al dialogo.
Ieri, 13 giugno, il Coordinamento dei Comitati, accompagnato dagli avvocati dell'associazione Alterego – Fabbrica dei Diritti, è stato convocato in audizione presso la Commissione affari urgenti del Senato: "Abbiamo discusso ed avanzato le nostre proposte sul Decreto Legge Terremoto. Abbiamo illustrato i 13 punti degli emendamenti e risposto alle domande che la commissione ed i senatori ci hanno posto. Abbiamo sottolineato che le parole devono lasciar posto ai fatti. Finalmente i terremotati possono dire la loro nella modifica del decreto che vede impattate le nostre terre e soprattutto le nostre vite. Questo è stato possibile grazie a due anni di lavoro e al supporto delle Brigate di Solidarietà Attiva e di Alterego", ha commentato Francesco Pastorella, portavoce del coordinamento. Le BSA hanno aggiunto: "Condividiamo da sempre le battaglie dei comitati per una sistemazione consona e vicina ai propri luoghi d'origine, per l'istallazione di spazi comuni in cui la popolazione possa riunirsi, per misure atte al rilancio della economia, per forme di sostegno al reddito con un reddito di cratere che si basi sul nucleo famigliare e che tenga conto delle condizioni materiali reali dei terremotati. Ci auguriamo che le proposte del Coordinamento dei Comitati vengano accolte".
Le proposte: niente tasse alle aziende che assumono terremotati
Ma quali sono i punti "nodali" proposti dai terremotati? Quali gli emendamenti la cui approvazione è considerata di centrale importanza? Il tema centrale è quello del lavoro, a partire dalla considerazione che dopo i terremoti lo spopolamento delle città colpite è stato causato non solo dai crolli delle case, ma anche dall'interruzione di molte attività economiche: centinaia di negozi, artigiani, agricoltori e fabbriche hanno chiuso i battenti, e migliaia di lavoratori si sono ritrovati dall'oggi al domani senza prospettive. Per questo i comitati chiedono che le aziende locali diventino protagoniste della ricostruzione e, nel prossimo decreto terremoto, propongono la "completa defiscalizzazione e decontribuzione per i due anni successivi all’assunzione con contratto di lavoro a tempo indeterminato" di un terremotato. "Qualora il rapporto di lavoro dovesse interrompersi prima dello scadere dei due anni, per causa non imputabile al lavoratore, il datore di lavoro perderà il beneficio e sarà obbligato al versamento dei contributi e delle imposte dovute", si legge ancora nell'emendamento scritto dai comitati.
Cosa è il reddito di cratere proposto dai comitati al governo
Altro tema contenuto nell'articolato di legge presentato ieri in Senato è quello del "reddito di cratere", misura che è ritenuta fondamentale per contrastare la crescente povertà tra i terremotati: " A decorrere dal 31 Dicembre 2018, al fine di sostenere il rilancio socio-economico dei Comuni di cui all’articolo 1 del presente decreto, è istituito il Reddito di Cratere che includerà il Contributo di Autonoma Sistemazione. Tale strumento di sostegno è riconosciuto a tutti i cittadini residenti (dimoranti abituali) nei Comuni del presente decreto e consiste nel riconoscimento mensile di una quota di integrazione al reddito pari al raggiungimento di € 800,00 a cui sommare una quota abitativa pari all'attuale definizione del CAS. Entrambe le quote saranno parametrate sulla vulnerabilità dei soggetti e andranno a decresce in rapporto proporzionale all'aumentare del reddito reale percepito dai soggetti".
"Delle proposte di modifica che abbiamo presentato – spiega l'avvocato Riccardo Bucci, di Alterego – appare evidente come la linea di connessione tra le stesse sia proprio il rilancio economico-sociale delle zone colpite. Senza domanda, senza dare la possibilità ai cittadini di acquistare e di vivere dignitosamente, non potrà mai esserci offerta. Per questo motivo l'idea di un reddito di cratere, che possa sostenere le famiglie senza lavoro. Analogamente agevolazioni fiscali per le imprese che assumono lavoratori del cratere, agendo sul versante della restituzione di dignità e potere di acquisto alle persone. Sappiamo che strumenti come la decontribuzione prevista dal Jobs Act (Decreto Poletti) siano misure inefficaci nel tempo, ma possono produrre aumento delle assunzioni nel breve periodo. Misure, quindi, che in questo momento appaiono fondamentali per non rendere quei territori uno spettro di ciò che erano".
Quelle elencate non sono che due delle proposte dei comitati di terremotati al nuovo Governo, in attesa che venga nominato il commissario straordinario alla ricostruzione che succederà a Paola De Micheli. Gli emendamenti sono ora al vaglio dei