La protesta degli agricoltori non si ferma: oggi cortei di trattori in Lombardia, Toscana e Sardegna
La protesta degli agricoltori non si ferma. Dopo giornate di manifestazioni spontanee da nord a sud con modalità differenti da città a città, oggi trattori di nuovo in protesta in Lombardia, Toscana, Sardegna, ma anche nel Lazio e in Umbria. Coltivatori e allevatori sfilano martedì ancora una volta con i loro trattori per le strade, organizzando sit-in di protesta, in particolare alle uscite autostradali, per ribadire le loro richieste ad autorità nazionali e locali e segnalare costi di produzione ormai ingestibili e basse remunerazioni sulla scorta di quanto già accaduto in Germania e Francia.
Da giorni infatti gli agricoltori in Europa e in Italia stanno protestando contro ‘Europa e la sua burocrazia, contro i costi crescenti del carburante e soprattutto la politica ambientale del nuovo Green Deal, che penalizzerebbe il settore agricolo. A mobilitarsi oggi è il movimento “Riscatto Agricolo”, un gruppo che si definisce movimento autonomo spontaneo e apolitico che ha preso le distanze dalle organizzazioni agricole storiche per imporre il tema all’ordine del giorno. Si tratta di gruppi di contadini che interagiscono tra loro e si autoconvocano via social nelle varie province, da nord a sud, dando vita a varie forme di protesta che finora però non hanno provocato alcuna tensione particolare.
“Non vogliamo fare blocchi stradali, noi chiediamo sempre le autorizzazioni, ma se non avremo risposte andremo avanti” hanno dichiarato alcuni agricoltori in protesta all’Adnkronos, aggiungendo: “Siamo compatti e vogliamo far sentire la nostra voce sui territori comunali, provinciali e anche a livello nazionale. Facciamo manifestazioni pacifiche e ci dissociamo da chi può creare danni alla popolazione. Ma siamo disposti ad andare avanti perché vogliamo salvaguardare le nostre aziende e le nostre famiglie”.
Proteste degli agricoltori sono previste oggi in moltissimi comuni lombardi come Brescia, Bergamo e Mantova. E pure in Toscana dove i trattori sfileranno a Navacchio e in Val di Chiana. Proteste previste anche ai caselli di Orvieto, in Umbria, e a quello di Orte nel Lazio dove ieri i trattori hanno provato a bloccare il casello sulla A1. Protestiamo "contro le imposizioni della Comunità europea che rischiano di farci chiudere. Perché così non possiamo più lavorare" spiegano gli agricoltori ricordando ad esempio la politica europea che "ci ha imposto il 4% di superficie non coltivabile".
Ma anche in Sardegna come a Olbia, Oristano e Cagliari. Qui un presidio, che si annuncia a oltranza, stazionerà all'ingresso della dogana del porto. "Siamo tutti uniti, non vogliamo che l'Europa ci tolga quel poco che abbiamo – ha spiegato all'ANSA Mario Mulas, uno degli organizzatori – oggi a Bruxelles decidono quello che dobbiamo seminare e cosa è giusto e sbagliato: ci vogliono addirittura pagare per non coltivare, mentre i costi di carburante, fertilizzanti e mangimi aumentano. Noi non riusciamo a lavorare con questi prezzi".
A fargli eco è il collega agricoltore Alessio: "Volevamo manifestare da tempo – ha spiegato all'ANSA – ma la protesta degli amici francesi ci ha convinto a fare sentire la nostra". Protesta dura e lunga: "Staremo qui almeno per cinque giorni – annuncia – sino a quando non avremo qualche segnale positivo".
In nessun caso però sono previste proteste violente. “Invitiamo tutti a seguire comportamenti corretti, rispettosi e collaborativi verso le forze dell’ordine. Chi prenderà iniziative scorrette, ne risponderà personalmente. Il senso della protesta per quanto ci riguarda, è quello di portare all’attenzione di tutti i problemi del settore, con decisione ma nella maniera più professionale possibile. Vi preghiamo di aiutarci a non avere intrusioni di violenti e sabotatori all’interno della manifestazione” avvertono i coordinatori del movimento, aggiungendo: “Ricordiamo che sono accettate solo bandiere col tricolore nazionale e slogan riguardanti le nostre problematiche”.