La proposta di matrimonio di Roberta, disabile in carrozzina: “Ci amiamo, contro ogni pregiudizio”
È la storia d'amore di Roberta e Giuseppe, entrambi siciliani di Messina. Roberta, una ragazza solare, disabile paraplegica a causa di un incidente stradale. Lei è viva per miracolo e oggi è costretta a muoversi con una carrozzina. I due fidanzati dovevano sposarsi a settembre 2020 ma la pandemia da Covid-19 non ha permesso di organizzare la festa dei loro sogni. "Abbiamo deciso di rimandare il tutto al 2021 e di prenderci questo altro anno di convivenza come prova del nostro amore".
La proposta di matrimonio "Diversa"
Roberta ha un compagno di vita, che la supporta in tutte le sue irrefrenabili iniziative. La loro storia d'amore inizia 6 anni fa. Il 31 dicembre 2019, in occasione del flash mob organizzato a Roma dalla "Body positive catwalk", Roberta riesce a sdoganare diversi pregiudizi. Dall'idea che una persona con disabilità non possa amare o essere amata, dal fatto che debba essere l'uomo a fare la proposta di matrimonio e dalla presunzione di dover regalare per l'occasione un anello di fidanzamento costoso. "La proposta di matrimonio è stata un po' particolare – ha raccontato Roberta – era il 31 dicembre 2019, eravamo a Roma nel corso di una manifestazione – ho fatto due passi danza, dato che ballo in carrozzina, poi ho chiamato il mio fidanzato Giuseppe e lui si guardava intorno e non ci credeva. Continua – Ho cercato di sdoganare diversi pregiudizi cioè quello che una donna in carrozzina possa amare ed essere amata e che una donna possa fare una proposta di matrimonio e che una donna con disabilità possa fare una richiesta di matrimonio. Questo Covid ci ha fermato – ha detto Giuseppe – però aspettiamo tempi migliori e ripartiremo più carichi di prima. Non vivo la diversità di Roberta come un problema. Per me – aggiunge Giuseppe – non ci vuole grande coraggio, ma amore per vivere e superare gli ostacoli che la vita presenta".
L'incidente stradale. "Sono viva per miracolo"
Nel 2011 Roberta è stata vittima di un incidente stradale, dal quale è sopravvissuta. Oggi ha imparato a convivere con la sua paraplegia, cioè l’impossibilità di muovere autonomamente le gambe, quindi costretta a muoversi su di una carrozzina. "Avevo 22 anni – ha detto Roberta – ero piena di entusiasmo, divertimento, amici, fidanzato, lavoro, famiglia, ma senza uno scopo prevalente che mi desse quella carica e quell’adrenalina che sento adesso. A seguito dell’incidente fui ricoverata all’ospedale Policlinico di Messina e dopo l’intervento per ristabilire la mia colonna vertebrale con due placche ed otto viti, dato che per il mio midollo spinale non c’era nulla da fare, decisero, dopo otto giorni, di trasferirmi nell’Unità spinale di Montecatone ad Imola. Li iniziai a capire che non ero l’unica in quelle condizioni, c’erano persone che tornavano a camminare, altre che avevano perso anche la mobilità delle braccia ed altre ancora che non riuscivano a sopravvivere a causa di complicazioni. Vedendo tutte quelle realtà ho capito che la mia condizione era nella media soprattutto perché c’era chi stava peggio di me, non solo per la gravità della lesione ma soprattutto caratterialmente, molti non riuscivano ad apprezzare la loro “nuova vita”. Io cercavo di farmi forza e di arrangiarmi come potevo, grazie alla sempre presenza di mio padre al mio fianco e degli amici, che anche se distanti non mi facevano sentire mai sola".
Una vita normale. "La mia passione per la danza in carrozzina"
Nonostante la disabilità Roberta ha continuato a vivere la vita con normalità. Ha continuato a seguire i suoi sogni e le sue passioni. La più grande è quello della danza, oggi però condivisa con la sua inseparabile carrozzina. "Sogno che oggi è diventato più reale di quanto abbia mai potuto immaginare – ha detto Roberta – perché una volta tornata a casa chiedendo aiuto agli amici del settore iniziai a cimentarmi in una coreografia di danza in carrozzina e grazie a quella ed a tante altre nuove mi sono esibita in molteplici palchi, teatri, trasmissioni televisive, discoteche e manifestazioni varie per non solo far conoscere questa disciplina ma provando a raccontare la mia storia di rinascita e di amore per la vita anche attraverso la danza.Oltre alla danza, studio recitazione e faccio parte di diverse compagnie con le quali ogni anno mettiamo in scena alcuni musical, inoltre pratico il para-powerlifting (sollevamento pesi) infatti sono campionessa italiana della mia categoria da 4 anni. Collaboro, come esperta sull'abbattimento delle barriere architettoniche e le politiche sociali, con diversi comuni con una specifica nomina a titolo gratuito, ma anche con architetti, ingegneri ed avvocati. Lavoro come cassiera in un ristorante/pizzeria di Milazzo che funge anche da struttura balneare totalmente accessibile per tutti con tanto di piscina con rampa. Ed infine organizzo manifestazioni inerenti alla disabilità ed aiuto le persone ad affrontare al meglio la vita, provando a far conoscere il mio mondo e trasmettendo la mia positività sia attraverso i social che di presenza. Insomma mi definiscono artista poliedrica e uragano di vita.
"Non arrendersi mai"
"Credo che la vita ci ponga sempre davanti a degli insormontabili ostacoli da superare – ha detto Roberta – e secondo me questo è un bene, nonostante si soffra parecchio, ma se io sono così oggi è grazie alle innumerevoli sofferenze che ho dovuto affrontare, quindi credo che si possa avere la carica giusta nell’affrontare al meglio la vita. Roberta si rivolge a tutti coloro i quali attraversano un periodo difficile in particolar modo a chi ha una disabilità. "Capisco che è dura – dice Roberta – e che non tutti riescono a superare determinati traumi ma il consiglio che voglio dare, anche se sembra brutto a dirlo ma molto efficace, è di guardare chi sta peggio di noi e capire che vi sono ostacoli insuperabili, come la morte o le malattie gravi davanti alle quali siamo impotenti, dunque a maggior ragione dobbiamo apprezzare quel poco che abbiamo provando a renderlo sempre migliore perché il pericolo è sempre dietro l'angolo ed arriva sempre senza preavviso e dobbiamo essere super pronti ad affrontarlo. Conclude – Ho deciso di raccontare al mondo intero la mia storia per aiutare le persone a reagire alle avversità della vita e ad urlare a squarciagola che “Nulla è impossibile, basta solo volerlo”.