La prof in coda con l’allieva per il permesso di soggiorno: “La sua sofferenza mi ha spinto ad aiutarla”

“Un giorno mi è venuto di impeto dirle: ‘Forse se andiamo insieme, i poliziotti vedendo una persona di pelle bianca ci faranno entrare”, racconta a Fanpage.it la docente torinese che si è messa in coda all’Ufficio immigrazione per rinnovare il permesso di soggiorno. La maturità non è a rischio.
A cura di Gabriele Rossetti
268 CONDIVISIONI
La professoressa intervistata da Fanpage.it
La professoressa intervistata da Fanpage.it

"Ciò che mi ha spinto ad aiutare questa mia studentessa è stata la sofferenza che ho visto in lei". "Un giorno mi è venuto di impeto dirle: ‘Forse se andiamo insieme, i poliziotti vedendo una persona di pelle bianca ci faranno entrare. È una frase veramente brutta da dire, ma pronunciata per l'impotenza provata in quel momento di fronte all'ingiustizia".

Il racconto della professoressa Rachela Baroni a Fanpage.it

A parlare, ai microfoni di Fanpage.it, è Rachela Baroni, la professoressa di italiano e storia all'istituto enogastronomico Beccari di Torino che lunedì 20 gennaio ha deciso di accompagnare una sua studentessa di 18 anni, nata in Italia ma di origine nigeriana, all'Ufficio immigrazione della questura del capoluogo piemontese per provare ad avviare le pratiche di rinnovo del permesso di soggiorno scaduto. Da un anno la ragazza aveva provato invano ad accedere agli uffici, invece la presenza della sua docente pare essere servita. "Io non so se la mia presenza abbia inciso – confessa Baroni -, certo eravamo in una buona posizione per l'accesso, ma la mia studentessa sostiene che anche in passato si era trovata in coda tra i primi, senza tuttavia riuscire ad accedere".

L'esterno dell'Ufficio immigrazione della questura di Torino
L'esterno dell'Ufficio immigrazione della questura di Torino

"Siamo andate alle 5 di mattina e ci siamo messe in coda – ci racconta la docente -. Davanti a noi c'erano 20 persone, ho portato due seggioline da spiaggia, un thermos con del té e dei biscotti. Pioveva, faceva freddo e molta gente dormiva nelle tende sotto i gazebo, qualcuno aveva acceso un fuoco per scaldarsi. Ho visto una coda rispettosa, silenziosa, ma sicuramente disumana". La situazione in corso Verona è da tempo ai limiti della decenza – come in altri luoghi analoghi d'Italia -, con  l'Ufficio immigrazione preso d'assalto dai cittadini stranieri che risiedono nei 312 comuni della Città Metropolitana di Torino.

Senza documenti e senza un medico di base

All'istituto Beccari, dove insegna la professoressa Baroni, sono 96 gli studenti che non hanno la cittadinanza e che rischiano di trovarsi senza diritti, proprio come l'allieva che la docente ha voluto supportare. Dopo la morte della madre, nell'agosto del 2023, la ragazza ha cominciato a stare male, ma non avendo i documenti non poteva permettersi nemmeno un medico di base.

E, inizialmente, sembrava che la mancanza di documenti e della cittadinanza, avrebbe potuto compromettere l'esame di maturità. "Vorrei precisare che, rispetto a quanto riportato negli ultimi giorni dai media, l'Ufficio scolastico regionale ci ha rassicurati sul fatto che la mia studentessa potrà accedere all'Esame di Stato anche se sprovvista di documenti".

Decisamente una buona notizia che fa il paio con la convocazione da parte della questura, giovedì 30 gennaio la professoressa Baroni e la sua alunna si sono recate nella sede centrale di corso Vinzaglio: "Ci hanno dato un elenco di documenti che la ragazza dovrà produrre, poi potrà tornare e avviare la pratica per il permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare", dato che la sorella maggiore è già cittadina italiana.

"Credo – prosegue la docente –  che sia opportuno creare dei percorsi di formazione e di informazione per tutti gli allievi, perché vengano informati delle diverse procedure che devono attivare per ottenere il rinnovo del permesso o della cittadinanza". "Questa storia – conclude Rachela Baroni – ha incentivato in me il desiderio di impegnarmi in ambito civile. È importante schierarsi dalla parte degli umili e dei più fragili".

268 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views