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La poesia di Peppino Impastato usata per un spot in tv, è polemica

Glassing ha scelto le parole del militante antimafia scritte ne “L’esortazione alla bellezza” per pubblicizzare la propria linea di occhiali. “Quella pubblicità offende la sua memoria, Peppino era contro la mercificazione” dice il fratello.
A cura di Biagio Chiariello
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Non sorprende minimamente la reazione della famiglia di Peppino Impastato  che ha deciso procedere per vie legali nei confronti della Glassing, società che ha scelto le parole scritte ne "L'esortazione alla bellezza" per pubblicizzare la loro nuova linea di occhiali: "Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi ci si abitua con facilità. Ogni cosa pare dover essere così da sempre e per sempre. Insegniamo la bellezza alla gente, così non avremo più abitudine e rassegnazione, ma sempre vivi, curiosità e stupore". Così recita l'attore nello spot. Alla fine, però aggiunge: "Non è importante quello che vedi ma come lo vedi".

L'idea che il nome del militante antimafia ucciso da Cosa nostra nel maggio del 1978 a Cinisi finisse per essere accostato alla marca di occhiali non è piaciuto ai familiari di Peppino. "Quel video è offensivo -ha dichiarato Giovanni, fratello del giornalista siciliano a Repubblica- Peppino non può essere utilizzato per una pubblicità, come testimonial che invita ad acquistare qualcosa. Lui era contro il consumismo" e fa sapere di aver già dato mandato all'avvocato Vincenzo Gervasi di chiedere il ritiro dello spot dal circuito mediatico. "La bellezza a cui pensava Peppino era fatta di spontaneità e non di marketing. Era impegno civile e non mercificazione" aggiunge Giovanni Impastato. Al momento nessuna replica dall'azienda.

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