La piccola Sofia non potrà proseguire la sua cura
Non smette di far discutere il caso di Sofia, la bimba di soli 3 anni affetta dalla leucodistrofia metacromatica. La piccola potrà fare la seconda infusione di staminali ma non potrà proseguire la cura con le altre tre somministrazioni, come previsto dalla terapia. La vicenda aveva acquistato attualità grazie a Le Iene, suscitando molto clamore tanto che anche Adriano Celentano si era espresso sull’argomento, con un pungente articolo sul Corriere della sera, che prendeva di mira il Ministro Balduzzi, restio a far proseguire le cure necessarie per la bambina. Ora la nuova, triste puntata della storia. E' stata la madre di Sofia a spiegarla nei dettagli: "La direzione degli Spedali – spiega la signora Caterina Ceccuti – fa sapere che la bimba ha diritto ad una sola infusione presso questa struttura. Non è previsto il completamento della terapia come speravamo, a meno di un imposizione da parte delle autorità giuridiche o sanitarie nei confronti degli Spedali". La "doccia fredda" come la definisce la donna è arrivata ieri sera sulla famiglia di Sofia. "Il dramma – continua la madre della piccola – sta nel fatto che anche stavolta non è garantita la continuità terapeutica necessaria alla bambina per stabilizzare i risultati ottenuti. Dunque la nostra lotta per il diritto alla vita di Sofia, purtroppo non è ancora finita". Il direttore generale dell’ospedale di Brescia, Ermanna Derelli, spiega in una lettera indirizzata al Ministero, all’Aifa e al legale della famiglia, che gi Spedali provvederanno oggi a sottoporre Sofia alla seconda infusione, per "responsabilità morale" nei confronti della piccola paziente. La gravissima malattia degenerativa che affligge la bimba ha come esiti la paralisi e la cecità. Stando alle nuove disposizioni, Sofia non potrà avere le ulteriori 3 infusioni (il ciclo è di 5; quella iniziale fu eseguita a dicembre prima che un giudice fiorentino intimasse lo stop alla terapia).