È una storia enorme perché racconta quanto siamo piccoli noi, quanto sia un'idea il tempo e quanto forte sia la natura appena trova uno scorcio per vivere di nuovo e per sopravvivere. Quella che vedete in foto è una palma da datteri della Giudea ed è una pianta che non esiste, esisteva. Meglio, è una pianta che era sparita dalla faccia della terra a causa delle ripetute guerre che l'avevano spazzata via. Erodoto scrisse che era preziosa per la dolcezza dei suoi datteri, per le sue presunte qualità curative e che erano riconoscibili in tutto l'impero romano: dopo il crollo dell'impero, la conquista araba di quei territori e le Crociate intorno al 1000 d.C. non ne esistevano più.
Dei semi sono stati ritrovati sotto le macerie dell'antica fortezza di Masada in Israele, sette semi con età variabili dai 2.400 ai 1.800 anni. Semi che sono stati ripiantati e che hanno dato alla luce quella palma che si pensava definitivamente perduta. Sarah Sallon, una delle ricercatrici impegnate nel progetto per l'Arava Institute for Environmental Studies in Israele ha dichiarato: "“In un momento di apparentemente inesorabili cattive notizie sull'ambiente, il viaggio della pianta del dattero offre una speranza per le generazioni future. È una storia di incredibili poteri della natura per rigenerarsi.”
Dentro c'è l'inesorabile voglia di vivere, di continuare a vivere, che è tutta la potenza dei semi. In questa storia c'è la forza della perseveranza di una natura che ogni volta rinasce superando temi e modi che sono assolutamente incredibili. Diceva Pablo Neruda che "nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno".
Avere il coraggio di crederci, sempre, comunque, nonostante tutto ci dica che "è troppo tardi" o che "sembra impossibile": questi semi rifioriti sono un paradigma, per chi ci vuole vedere dentro la potenza della vita che spesso ci capita di dimenticare.
Buon viaggio, palma.