“La perizia su Liliana Resinovich ci dice che il suicidio è escluso, morte dovuta a fattori terzi”

“La consulenza è complessa e lunga, quello che emerge prepotentemente è il fatto che la morte di Liliana Resinovich è dovuta a fattori terzi, quindi possiamo dire che si tratta di un omicidio, c’è la totale esclusione della possibilità di un suicidio”. A parlare, a pochi giorni dalla consegna della super perizia effettuata da Cristina Cattaneo, è l’avvocato dell’associazione Penelope Federica Obizzi, che assiste la nipote della donna morta più di tre anni fa a Trieste.
La perizia, molto attesa, di fatto sembra riscrivere la storia del giallo di Trieste. E nell’attesa di studiare bene le circa 200 pagine dell’elaborato i vari legali delle parti sembrano concordi su un primo elemento: Liliana Resinovich non si è suicidata. Quella prima ipotesi della Procura contro la quale i familiari della donna si erano opposti non sta più in piedi insomma.
Secondo l’avvocata Obizzi, infatti, se c’è un aspetto chiaro che emerge dalle nuove analisi è che la morte è appunto “dovuta a fattori terzi”, escluso il suicidio. L’avvocato si riserva comunque di leggere l’intero documento, le cui conclusioni – spiega – andranno comunque valutate anche alla luce degli altri elementi raccolti”. Anche la procura di Trieste ha fatto sapere che sarà necessaria una "profonda rivalutazione dell'intero procedimento” alla luce del “minuzioso lavoro” dei consulenti, ipotizzando “nuovi accertamenti e acquisizioni”.
Dopo tre anni il giallo di Liliana Resinovich viene ribaltato. La relazione porta la firma della antropologa Cristina Cattaneo, dei medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone e dell'entomologo Stefano Vanin. Esperti che hanno dovuto stabilire la data della morte di Lilli (ricordiamo che la prima perizia la indicò 48-60 ore prima del rinvenimento del 5 gennaio 2022, ora si parla di morte avvenuta il giorno in cui è scomparsa, quindi il 14 dicembre 2021) e la natura di segni e lesioni sul corpo.
Si parla di soffocamento, strangolamento, asfissia meccanica. Liliana sarebbe stata presa alle spalle e messa nelle condizioni di non poter reagire, colpita al volto e poi strangolata, con una torsione brusca del collo, una compressione con l'avambraccio che avrebbe causato anche la frattura a una vertebra. Ma se Liliana è stata uccisa il giorno in cui è scomparsa il corpo è rimasto nel boschetto dell’ex Opp per venti giorni? A quanto emerso finora, i periti non avrebbero parlato di congelamento del corpo, altra ipotesi avanzata negli ultimi anni, e forse anche per rispondere a queste domande gli esperti auspicano altre indagini.
Indagini che chiedono tutte le persone in un modo o nell’altro coinvolte in questa vicenda: Sebastiano Visintin, marito della vittima, ha affermato che "tutte le persone che hanno ruotato attorno alla vita di Liliana devono essere sentite”, compreso lui stesso. E lo stesso ha detto il presunto amante Claudio Sterpin: "Non ho nessun problema a essere indagato, assieme a un'altra decina di persone”.