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La pacca sul sedere è violenza sessuale, ma solo se la mano rimane appoggiata

Una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che la pacca sul lato b sarebbe violenza sessuale se la mano del molestatore rimane posizionata “per un apprezzabile lasso di tempo”, per distinguerla dallo sfioramento accidentale.
A cura di C. M.
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Una recentissima sentenza della Corte di Cassazione, la numero 35473 depositata stamane, torna a dirimere una questione che da tempo si trascina senza riuscire mai a trovare un'unica interpretazione giuridica che possa mettere tutti d'accordo. No, non si sta parlando dell'annosa questione riguardante la legittimità del reato di concorso esterno in associazione mafiosa, sul quale il dibattito prosegue ormai incessante da quasi trent'anni, questa volta la Cassazione si è occupata di una questione ben più materiale e meno aleatoria: la pacca sul sedere. Una pacca sul sedere è o no violenza sessuale? A quanto pare a questa domande, in giurisprudenza, non esiste una sola risposta. Dipende. Insomma, dipende da tanti fattori, uno su tutti la durata. Nella recente sentenza della Corte, infatti, si cerca di porre una sorta di limite temporale, oltre il quale la pacca sul sedere non è più soltanto un atto fastidioso, ma rientra invece nella violenza sessuale, un reato contro la persona dunque.

Nello specifico caso, il ricorrente – un carabiniere – è stato condannato per aver toccato il sedere a una donna che, una volta uscita dalla caserma, ha raccontato tutto al proprio fidanzato. Il carabiniere si è difeso sostenendo che la donna avesse malinterpretato la situazione e che ciò che avrebbe sentito non era altro che la fondina della pistola, non la sua mano. La donna, però, ha ha dichiarato di aver sentito la pressione della mano sul gluteo per un"apprezzabile lasso di tempo" e, quindi, per il carabiniere è scattata la condanna.

Secondo gli Ermellini, infatti, per parlare di violenza sessuale bisogna tenere conto di quanto tempo la mano del molestatore si trattiene sul sedere della malcapitata donna. Indugia? Se la mano rimane sul posto per un tempo apprezzabile, dice la Corte, allora è violenza sessuale. La toglie subito? Allora trattasi di sfioramento accidentale. In sostanza l'unica cosa che, secondo la Corte, potrebbe aiutare a chiarire il limite oltre il quale il molestatore non dovrebbe andare per non incorrere in una denuncia potremmo misurarlo in una manciata di secondi. La sentenza farà sicuramente discutere perché, come rilevato dal Sole 24 ore che per primo ha pubblicato la notizia, questa interpretazione potrebbe sdoganare la pacca sul sedere in stile "tocca e fuga". Breve, ma intensa, tanto è permesso. Ma quell'apprezzabile lì, crea qualche problema di interpretazione. Apprezzabile per chi? Per il molestatore? Per la vittima della molestia? Chi lo decide, ma soprattutto chi lo misura questo lasso di tempo?

Insomma, nonostante la sentenza provi a dirimere un'annosa questione, probabilmente non sarà quella definitiva e la querelle attorno alla legittimità della palpata sul sedere proseguirà incessante nel corso del tempo.

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