La nuova vita di Mustafa a Siena: così presto riceverà protesi di gambe e braccia
Si apre finalmente un nuovo capitolo nella vita di Mustafa El Nezzel, il bambino siriano mutilato della foto simbolo della guerra scattata in braccio a suo padre, anch'egli senza una gamba. Il piccolo è arrivato insieme al resto della famiglia nella sua nuova casa di Siena. Per lui, il papà Munzir, la madre Zeynep e le due sorelline Nur e Sacide, ha dunque inizio una nuova vita. Atterrato ieri sera a Roma, all’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino con un volo da Istanbul, la famiglia El Nezzel è stata accompagnata in Toscana e qui è stata accolta in una casa messa a disposizione dalla Caritas dell’Arcidiocesi di Siena. Presto Mustafa, 6 anni, nato senza tutti e quattro gli arti perché affetto da tetra-amenia, malattia causata da un bombardamento con armi chimiche, e il padre Munzir, 35 anni, anche lui mutilato, potranno completamente voltare pagina grazie alle protesi che riceveranno al Centro Protesi Vigorso di Budrio, a Bologna.
Gli esperti del centro hanno immediatamente dato la loro disponibilità a prendersi cura di padre e figlio iniziando a studiare la situazione. "Il padre – spiega l’ingegner Gregorio Teti, direttore dell’area tecnica del Centro protesi dell’Inail – ha un’amputazione traumatica, quindi andrà ricostruita la sua integrità psico-fisica precedente al trauma, ma potrà ritrovare una condizione di normalità, se così si può chiamare, nei 25-30 giorni dall’inizio del percorso". Decisamente più complicato e lungo il percorso che dovrà affrontare il piccolo Mustafa che ha solo 6 anni ed è nato senza tutti e quattro gli arti. "Nel caso del bambino – spiega infatti Teti al Corriere – bisognerà intervenire su una malformazione congenita e quindi gli andrà fatta accettare la nuova realtà dal punto di vista tecnico, riabilitativo e psicologico, dovrà capire pian piano che può esserci una condizione diversa da quella attuale". Nelle prossime settimane comincerà per il piccolo quello che si annuncia come un lungo percorso. I tecnici di Budrio intendono dapprima concentrarsi sulle braccia, poi sulle gambe. Spiega Teti: "Il bambino inizierà prima a capire, tramite il gioco, che può utilizzare i dispositivi per gli arti superiori per alimentarsi, scrivere, fare tutte quelle azioni che adesso sono supportate interamente dai genitori. In base alle fotografie e ai filmati che abbiamo visto, sarà più complicato per gli arti inferiori, perché non ha le articolazioni residue. Bisognerà quindi capire come il sistema-bambino si approccerà al sistema-protesi".