La neonata lasciata a Bari sta bene, il prete che l’ha trovata: “Felice per questo dono di Natale”
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Era successo già tre anni fa che don Antonio Ruccia ricevesse sul cellulare l'avviso che nella culla per la vita che si trova accanto alla parrocchia dedicata a San Giovanni Battista di Bari c'era qualcuno e ieri è successo di nuovo.
L’ultima arrivata è una bambina di un paio di settimane di vita, e fortunatamente “sta benissimo”, come confermato dal professor Nicola Laforgia, direttore del reparto di Neonatologia del Policlinico di Bari in cui è stata portata la piccola. L’hanno chiamata Maria Grazia e don Antonio, che ieri ha stretto tra le sue braccia la bimba, è ancora incredulo e dice di essere “felice per questo dono di Natale”.
“Non ci sono novità – ha detto il parroco al Corriere del Mezzogiorno -, la bimba è fantastica ed è seguita al meglio, sono ancora incredulo e felice per questo dono di Natale”. Nessuna novità neppure su un eventuale ripensamento dei genitori che l’hanno lasciata nella culla termica. “So solo che la piccola mangia tanto e vuole crescere”, si limita a dire don Antonio.
"Ho ancora l'adrenalina in corpo per quanto successo ieri", racconta ancora il sacerdote. "Ho celebrato tre messe oggi e non sono riuscito a passare in reparto per salutare la piccolina: se riuscirò, lo farò nel pomeriggio", ha detto ancora.
A parlare delle condizioni della piccola Maria Grazia è poi il professor Laforgia dal Policlinico: “La piccola sta benissimo. Dal punto di vista clinico, non è emerso alcun problema particolare ed è perfettamente nella norma. Nessuna preoccupazione particolare emerge al momento”, ha spiegato il medico all’ANSA. La bambina – che indossava una tutina verde, uno smanicato rosa e un cappellino a fasce bianche e azzurre – avrebbe un paio di settimane di vita secondo i medici.
Per lei è subito scattata la solidarietà della città di Bari: “In reparto siamo stati subissati di messaggi, telefonate e mail con cui si manifesta la piena disponibilità a fornire vestiario, latte e qualsiasi altra forma di aiuto”, ammette il medico. Che aggiunge ricordando che le donne devono sapere che si può tranquillamente partorire in ospedale, nel massimo dell'anonimato e con la garanzia di sicurezza per la madre e per il figlio.
“La culla per la vita è stata voluta da don Antonio ed è l'estrema ancora di salvataggio – conclude – per chi è costretto a gesti estremi".