La motovedetta libica che ha sparato ai pescherecci italiani l’abbiamo donata noi a Tripoli
La motovedetta libica che ha sparato verso i due pescherecci italiani due giorni fa è stata donata alla guardia costiera di Tripoli proprio dal nostro Paese, nel 2018. A dirlo è il comandante di una delle due imbarcazioni, la "Salvatore Mercurio", che spiega come la nave libica fosse "grigia, una di quelle regalate da noi".
I due pescherecci, di proprietà della famiglia di pescatori Suaria di Aci Catena, in provincia di Catania, sono stati colpiti dalla motovedetta a largo di Bengasi, in acque internazionali, durante una delle solite battute di pesca. Mario Suaria ha raccontato di aver passato "tre quarti d’ora d'inferno", in cui, mentre da una nave libica arrivavano colpi d'arma da fuoco, un'altra voleva speronare il peschereccio. I pescatori, quindi, dicono di essere salvi solo grazie alla nave della marina militare italiana, che è intervenuta a placare la situazione. L'equipaggio a bordo ha infatti immediatamente lanciato l'sos, con richiesta d'intervento arrivata alla fregata Grecale della nostra marina. Per fortuna i colpi non hanno provocato danni.
Quando ha raggiunto i due pescherecci, dalla Grecale è salito a bordo dei pescherecci un team sanitario, per accertare le condizioni dei marinari. A questo si è aggiunto un altro team della Brigata Marina San Marco, arrivata sul posto poco dopo per garantire la sicurezza dei pescatori. La motovedetta libica nel frattempo si era allontanata dall'area.
Un dettaglio, comunque, ha colpito Suaria. L'uomo che dalla prua della motovedetta libica sparava contro di loro "era in pantaloncini e maglietta". Il pescatore è ancora scosso, ma dice quasi stralunato che "sembrava in vacanza”.