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La moneta più rara del Regno d’Italia sarà messa all’asta da Bolaffi a Torino

Coniata in appena 103 esemplari, è una delle massime rarità della monetazione mondiale. La base d’asta sarà di 75mila euro. In catalogo più di 2mila lotti dal 7 all’8 giugno in casa Bolaffi a Torino.
A cura di B. C.
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Il 7 e l’8 giugno la vendita firmata Aste Bolaffi supererà ogni record in campo numismatico nella storia della maison torinese. Verranno, infatti, messi all’asta oltre 2200 lotti, suddivisi tra 1800 di numismatica classica e 450 di ordini e decorazioni, con una base d’asta record per il dipartimento, pari a 2.2 milioni complessivi. Sicuramente la moneta che toccherà la cifra più alta è la 50 lire di Vittorio Emanuele II, del 1864. "E' una delle monete più rare del Regno d'Italia, coniata in appena 103 esemplari – spiega l'esperto di Aste Bolaffi, Gabriele Tonello – Va all'asta da 75 mila euro ma può superare la barriera dei 100 mila".

Tra gli altri esemplari di valore ci sono le monete della zecca di Venezia, con alcune gemme numismatiche in ottimo stato di conservazione. Per esempio lo scudo della Croce in oro da 12 zecchini del periodo 1779-1789 e l'osella per Murano in oro da 4 zecchini, del 1794, entrambe con base d'asta 15 mila euro. "Nel capitolo del Regno di Savoia è particolarmente raro il carlino da 5 doppie del 1786, con una base di 30 mila euro", aggiunge Tonello. Altre monete della collezione sono il 100 Lire 1878 (lotto 1599, base 15mila euro), il progetto da 5 Centesimi 1900 di Umberto I (lotto 1618, base 6mila euro) e il 20 Lire 1902 “Ancoretta” (lotto 1623, base 7.500 euro).

Per quanto l’Italia rappresenti la nazione più rappresentata, in catalogo figurano esemplari dai luoghi più inaspettati, quali Estonia, Cambogia, Zanzibar, Hawaii. Presenti anche monete e medaglie del Vaticano, a partire dalla quadrupla di Alessandro VIII del 1690 (base di 7.500 euro) e la medaglia di Pio XI del 1929, coniata in soli 3 esemplari, per ricordare la firma dei Patti Lateranensi (18 mila euro).

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