La moglie non lo vuole in casa, 70enne che custodiva migliaia di foto pedopornografiche finisce in carcere
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Per un uomo di 70 anni, uno degli indagati nell'inchiesta sulla pedopornografia a Venezia, si sono aperte le porte del carcere. La moglie non lo ha voluto più in casa e quindi il giudice ha fin da subito scartato l'ipotesi dei domiciliari non avendo l'uomo alcun posto dove stare.
Lo scorso gennaio gli investigatori della Polizia di Stato del Centro operativo per la Sicurezza Cibernetica di Venezia avevano concluso un'operazione che aveva portato all'arresto di 12 persone e alla denuncia di 14 con l'accusa di pedopornografia on line. Tra gli arrestati c'erano anche due indagati, il 70enne e un 57enne residenti in provincia di Venezia: in tutto nei loro pc conservavano oltre 50mila materiale tra video e foto pedopornografici. Non solo, i due avrebbero partecipato a piattaforme e gruppi tematici online facendo cartelle per conservare il materiale che riuscivano a recuperare.
Durante il processo di convalida, per il più giovane dei due il giudice aveva deciso per i domiciliari dal momento che la madre aveva deciso di ospitarlo in casa sua. Per il 70enne invece si sono aperte le porte del carcere perché la moglie, venuta a conoscenza della indagini sul marito, non aveva più intenzione di tenerlo in casa con lei. Così facendo il 70enne non aveva nessun altro posto: il giudice ha fin da subito scartato l'ipotesi dei domiciliari trasferendolo in carcere. A convincere il giudice è stato anche il fatto che il 70enne di Maerne aveva un precedente risalente a quasi ventidue anni fa sempre per pedopornografia. L’uomo – come riporta Il Corriere del Veneto – è difeso dall’avvocato Andrea Cerutti e davanti al giudice avrebbe ammesso le sue responsabilità.