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La moglie muore, Italo si laurea in filosofia a 82 anni: “Voglio capire dov’è la sua anima”

Italo Spinelli, di Finale Emilia, nel Modenese, il 12 aprile scorso si è laureato in Filosofia all’Università di Macerata, con una tesi su Tommaso Moro. Lo ha fatto dopo la morte della moglie.
A cura di Beppe Facchini
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Rimettersi in gioco a 82 anni non è sicuramente facile. Ma se c’è un obiettivo da raggiungere, nulla è impossibile. Lo sa bene Italo Spinelli, vivace ultraottentenne di Finale Emilia, nel Modenese, che il 12 aprile scorso si è laureato in Filosofia all’Università di Macerata, con una tesi su Tommaso Moro. In passato, Spinelli è stato un artigiano prima e operaio Fiat poi. “Mi occupavo di trattori”.

E poi come mai ha deciso di mettersi sui libri?

"Era una cosa che volevo fare da tempo, però il motivo principale è stato la morte di mia moglie. Mi sono chiesto: l’anima è immortale? Cosa c’è dopo la morte? Dove va a finire l’anima? Dov’è mia moglie adesso? Sant’Agostino dice che lei è vicino a me, che mi segue ovunque vada. E studiando filosofia si possono incontrare tanti filosofi che parlano di morte. Ad esempio San Tommaso d’Aquino dà addirittura quattro prove che l’anima è immortale, mentre un altro filosofo inglese dice che non si può dimostrare che l’anima è immortale. Se uno ha fede, l’anima è immortale. E per me lo è. Per prima cosa perché questo mi darebbe la possibilità di rivedere mia moglie. Che sarebbe la cosa più bella. Siamo stati sposati 52 anni, era una maestra. Una gran donna. Una gran madre di famiglia".

Com’è andata la proclamazione? Era emozionato?

"No, coi professori della commissione avevo un buon rapporto. Ero a mio agio. È andata bene: 92 su 110. Era il voto che mi aspettavo, vista la media del 24".

Chi c’era con lei?

"I miei figli. E poi sono venuti anche il vicesindaco e l’assessore alla cultura di Finale Emilia".

Come faceva con le lezioni?

"Le seguivo a distanza, i professori mi avevano autorizzato a registrarle".

E che rapporto aveva con loro?

"Ottimo. Il mio relatore voleva addirittura darmi del tu, ma io gli ho detto di no. Meglio tenere le distanze, ho risposto, lei è il professore ed io sono uno studente. Alcuni comunque quando mi vedevano erano davvero contenti. Mi dicevano: Spinelli, lei non sa che favore ci ha fatto. Abbiamo usato lei per sollecitare i ragazzi a studiare. Alcuni comunque sono diventati veramente degli amici. Io rispettavo loro e loro me. E poi non hanno mai fatto una gran differenza tra me e gli altri studenti".

E con gli altri ragazzi del suo corso?

"Li ho visti poco, se non agli esami. Una volta, mentre aspettavamo in corridoio per un esame, sono entrato nello studio del professore ed ho sentito gli altri fuori che parlavano tra di loro. Pensavano fossi il padre del professore".

Consiglierebbe anche ad altre persone della sua età di fare la stessa esperienza?

"Certo. Per prima cosa serve alla mente, a tenere allenato il cervello. È una buona medicina. E poi il mondo dell’università è bellissimo, si parla con gente molto interessante".

Adesso come passa le sue giornate?

"Ho cominciato a studiare greco. Sono ancora all’alfabeto, è molto difficile. E poi sono appassionato di fotografia. Di macchine fotografiche, a dirla tutta".

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