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Omicidio Giulia Cecchettin

La migliore amica di Turetta: “I suoi comportamenti non normali. Lo psicologo? Non poteva permetterselo”

La migliore amica di Filippo Turetta, in carcere per l’omicidio di Giulia Cecchettin, ai microfoni di Avanti Popolo: “Non aveva comportamenti super normali. Non poteva permettersi lo psicologo da cui andava inizialmente, quindi ha fatto un paio di sedute e poi ha cambiato, ne ha trovato uno gratis”.
A cura di Ida Artiaco
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"Anche noi avevamo capito che non aveva comportamenti super normali e col fatto che ci diceva che lui stava male, gli dicevamo vai da uno psicologo perché così magari stai un po’ meglio".

A parlare è la migliore amica di Filippo Turetta, il 21enne in carcere per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. La ragazza ha parlato davanti alle telecamere della trasmissione Avanti Popolo, nella puntata in onda questa sera su Rai 3 condotta da Nunzia De Girolamo.

L'amica dell'indagato conferma che Turetta, a settembre, poco dopo la fine della relazione con Giulia, aveva deciso di chiamare il centro unico prenotazioni per fissare l'appuntamento con lo psicologo.

Dalle indagini è poi emerso che il ragazzo per 5 volte era stato davanti a uno psicoterapeuta prima di uccidere la ex fidanzata. Il sesto incontro, invece, era fissato per venerdì 17 novembre, ma quel giorno lui era già in fuga verso la Germania, dove verrà arrestato qualche giorno dopo.

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"Nell’arco del tempo ne ha cambiati un paio, mi pare – ha detto l'amica alla giornalista Olga Mascolo -. Non poteva permettersi lo psicologo da cui andava inizialmente, quindi ha fatto un paio di sedute e poi ha cambiato psicologo, ne ha trovato uno gratis. Mi pare che andasse da una vicino alla stazione…che gliel’avevano consigliata, e lei dava uno o due appuntamenti gratis. Poi non riusciva a permetterselo, anche perché mi pare che avesse preso questa decisione da solo e quindi non aveva aiuti economici, e per questo stava aspettando di entrare in graduatoria per quelli pubblici".

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La ragazza ha concluso affermando: "Non so se poi i suoi genitori sono riusciti a saperlo perché gliel’ha detto o per vie traverse. Secondo me proprio non glielo diceva, non è che non lo appoggiassero".

Intanto, proseguono le indagini. Non solo gli psicologi che hanno visto Turetta sono stati ascoltati dagli inquirenti ma si attende l'arrivo in Italia della Fiat Punto nera con il quale il ragazzo lo scorso 11 novembre è scomparso con Giulia, che ha poi ucciso a coltellate, prima di fuggire verso il Nord Europa. Dall'analisi della vettura potrebbero arrivare elementi utili a chiarire alcuni passaggi relativi alla dinamica del delitto.

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