La mamma e la sorella di Ciccio e Tore a 18 anni dalla scomparsa: “Angeli che illuminano il nostro cammino”
"Vi ricorderemo come due fratellini uniti, coraggiosi, che con la sola forza dell'amore hanno provato ad aiutarsi l'uno con l'altro, senza pensarci due volte, senza paura, con la sola voglia di farcela". Comincia così la lettera, pubblicata da Chi l'ha visto?, scritta da Rosa Carlucci e Filomena Pappalardi, mamma e sorella di Ciccio e Tore Pappalardi, in occasione dei 18 anni dalla loro scomparsa.
Era infatti il 5 giugno 2006 quando dei due fratellini di Gravina, in Puglia, si persero le tracce. Vennero poi ritrovati morti il 25 febbraio 2008 nella cisterna di uno stabile abbandonato nel centro di Gravina, conosciuto come "La casa delle cento stanze", ormai mummificati.
Nella missiva, scrivono ancora le due donne: "Dimostrandoci come un fratellino possa essere un eroe per l'altro. Due angeli che illumineranno il nostro cammino, sarete sempre presenti e vivi nei nostri ricordi. Siete i nostri angeli, ciao Ciccio e Tore".
Alla fine dello scorso mese di marzo la mamma e la sorella dei due fratellini hanno presentato una istanza in Procura per la riapertura delle indagini, in base a nuovi indizi e circostanze mai chiarite.
"Ci sono prove davvero scottanti, non come successo in passato. Abbiamo elementi nuovi e nominativi abbastanza pesanti" aveva spiegato la donna. La nuova istanza di riapertura delle indagini sul caso si basa su tre elementi chiave tra cui l’analisi di un farmaco ansiolitico che sarebbe stato ritrovato sul luogo vicino ai corpi dei due fratellini. Ma si chiede anche di verificare l’orario della caduta nella cisterna che, secondo l’autopsia, sarebbe stata intorno alle 18:30 del giorno della scomparsa ma che alcuni testimoni smentirebbero parlando di un avvistamento intorno alle 20. Un altro elemento non secondario evidenziato dai legali di mamma Rosa è quello delle contraddizioni dei testimoni e delle omissioni di diversi soggetti durante tutta la fase investigativa.