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La mamma di un ragazzino autistico: “Promosso in terza media senza esame. Volevano allontanarlo”

Alessandra Rubiolo, madre di Edoardo, un 15enne con un grave autismo, ha raccontato che il figlio è stato promosso al liceo senza neppure fargli sostenere l’esame di terza media: “Mio figlio non sa leggere e non sa scrivere. Avevo chiesto al dirigente scolastico dell’istituto che venisse fermato un altro anno alle medie”.
A cura di Davide Falcioni
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Si chiama Edoardo, è un ragazzino di 15 anni con una grave forma di autismo che rende il suo grado di sviluppo pari a quello di un bambino di appena tre anni, tra momenti di euforia e altri di angoscia e chiusura. Edoardo lo scorso anno ha frequentato la terza media all'Istituto Comprensivo Trofarello di Torino e, nonostante sua madre Alessandra si fosse ripetutamente appellata affinché venisse trattenuto in quella scuola almeno un altro anno (forte anche del parere di svariati esperti), il preside ha deciso di "licenziarlo" , promuovendolo alle scuole superiori senza neanche fargli sostenere l'esame di stato. “Mio figlio – denuncia la mamma, Alessandra Rubiolo – non sa leggere e non sa scrivere. Mi sono sempre prodigata con numerose terapie affinché la sua situazione migliorasse. Ma arrivato in terza media ci siamo accorti che non era pronto per fare il salto successivo al liceo. Così ho chiesto al dirigente scolastico dell’istituto che venisse fermato un altro anno alle medie”.

Secondo la signora Alessandra se Edoardo fosse rimasto un altro anno in un ambiente conosciuto, circondato da volti noti, il suo benessere psicofisico ne avrebbe tratto grande giovamento. Per il quindicenne, infatti, il passaggio alle scuole superiori è un cambiamento che richiede un certo tempo per essere metabolizzato ed accettato. “Così – dichiara la mamma – dopo aver richiesto il parere di diversi esperti, ho chiesto alla scuola se sarebbe potuto rimanere in terza media un altro anno. In un primo momento hanno accettato, poi qualcosa è andato storto”. Il giorno dell’inizio degli scritti, infatti, la mamma viene contattata dall’istituto. “Mi è stato chiesto come mai mio figlio non si fosse presentato agli esami, per me è stata una doccia fredda. E nonostante nemmeno in un secondo momento sia andato a sostenere l’esame, il preside ha deciso di promuoverlo lo stesso”. Secondo Alessandra la ragione non può che essere una: “Non lo volevano più in quella scuola, mi sono sentita cacciata dall’istituzione scolastica”.

Senza neppure aver partecipato all'esame di stato quindi Edoardo è stato ritenuto idoneo a frequentare il liceo: con l'inizio del nuovo anno scolastico ha cambiato istituto ma la nuova scuola non è riuscita a garantirgli il percorso di inserimento graduale e oggi non gli sono state neppure assegnate le ore di educativa richieste. Giancarlo D’Errico, presidente di Anffas Torino, associazione a cui si è rivolta la mamma, afferma: “Persone come Edoardo hanno bisogno di stabilità e hanno bisogno di essere seguite. E se nemmeno la scuola è in grado di garantire e comprendere questi bisogni allora si pone un grosso problema. Nel caso di Edoardo – prosegue D’Errico – indietro non si può
tornare, ma la domanda che si pone è: il preside della scuola è sicuro di aver scelto considerando il bene della persona o ha adottato un comportamento discriminatorio?”.

Le richieste della famiglia di Edoardo sono state supportate dal consigliere di Anffas Torino Angelo Faiella: “Quando la signora è andata a parlare col preside chiedendo che il figlio potesse rimanere un altro anno alle media ero presente anche io e confermo che il dirigente, a parole, aveva dato la sua totale disponibilità. Il ragazzo, d’altra parte, non era pronto ad andare alle superiori e la richiesta è stata fatta sulla base di un’effettiva valutazione di professionisti e non come una semplice richiesta del genitore. Il cambiamento di rotta del preside, che ha motivato la sua scelta di “licenziare” il ragazzo come una sua facoltà, pone proprio la riflessione suggerita da D’Errico. In questa sua scelta di promuovere Edoardo, il preside ha tutelato il benessere del ragazzo? O lo ha dichiarato idoneo pur di allontanarlo dalla scuola negandogli, di fatto, il diritto all’istruzione?".

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