La mamma di Chiara Poggi: “Si è riaperta una ferita profonda, ma continuiamo a credere nella giustizia”

Sono trascorsi quasi diciotto anni dall'omicidio di Chiara Poggi, eppure per Rita Poggi, mamma della 26enne di Garlasco (Pavia), l'incubo di quel 13 agosto 2007 ritorna con prepotenza e all'improvviso: "Quando io e mio marito abbiamo appreso dal tg della riapertura delle indagini sull'omicidio di nostra figlia – racconta la donna a Fanpage.it -, siamo rimasti senza parole".
E nessuna parola i genitori della vittima vogliono pronunciare in merito alla messa sotto indagine di Andrea Sempio, che, all'epoca dei fatti 19enne, frequentava casa Poggi in quanto amico del fratello minore di Chiara. "Su di lui e sulla vicenda giudiziaria preferiamo non commentare, ci siamo sempre affidati alla giustizia e così faremo anche questa volta".
Rita Poggi al telefono mantiene il tono gentile e pacato a cui ci ha abituati anche nei momenti più difficili, eppure la sua voce tradisce un dolore che dal 2007 non l'ha mai abbandonata: "Non è possibile farsene una ragione, la ferita non potrà mai guarire – spiega a Fanpage.it -, ma col tempo abbiamo cercato di trovare un nuovo equilibrio per sopravvivere".
Equilibrio più volte messo alla prova in questi due decenni a colpi di processi, ricorsi e controricorsi. "O si cede o si va avanti – sospira rassegnata -, ma ogni volta che si torna a parlare di Chiara e di come è stata uccisa per noi è come reiniziare tutto da capo, siamo stanchi".
Nel frattempo l'allora fidanzato di Chiara Poggi, Alberto Stasi, sta finendo di scontare la pena di 16 anni di carcere: è stato condannato nel 2015 dopo tre processi, nell'ultimo dei quali è stato giudicato colpevole in via definitiva per l'omicidio della fidanzata.
La riapertura delle indagini, questa volta a carico di Andrea Sempio, oggi 37enne e precedentemente assolto da ogni accusa, per concorso in omicidio, potrebbe riscrivere la storia di una delle vicende di cronaca nera che più hanno colpito l'opinione pubblica nei primi anni duemila. Convinta dell'operato della magistratura, la famiglia Poggi ha quasi da subito sostenuto la colpevolezza di Stasi e chiesto giustizia per la 26enne: "Oggi però – chiosa la signora Poggi – chiediamo anche un po' di tranquillità, per poter vivere in pace il nostro dolore".